Il saluto del quartiere Marconi a Davide Corsi

Nella parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla la Messa di esequie dell’uomo morto il 30 dicembre scorso. Il sostegno e l’affetto dei residenti. Il progetto di una postazione di crossbooking

Il quartiere Marconi si è stretto attorno a Davide Corsi, il senza fissa dimora deceduto per un infarto lo scorso 30 dicembre, in occasione del suo funerale che ha avuto luogo venerdì pomeriggio, 18 gennaio, nella parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla. Un quartiere che si è fatto famiglia perché «Davide per noi non era un clochard ma un figlio adottivo – ha spiegato prima della celebrazione Enrico Pasini, presidente del Comitato di quartiere -: per questo è stato naturale organizzare una raccolta fondi per sostenere le spese per le sue esequie e dargli una degna sepoltura». E la generosità è stata così tanta che «con il denaro in eccesso si cercherà di allestire una postazione di crossbooking per lo scambio gratuito di libri lì dove lui trascorreva le sue giornate e dove è morto».

Tra via Enrico Fermi e via Giuseppe Peano, infatti, Davide aveva creato «un piccolo spazio sociale – chiosa ancora Pasini -: gentile e sorridente, vendeva libri a 50 centesimi. In tanti volevano donarglieli ma lui voleva comprarli, li leggeva e poi li rivendeva e dialogava con i passanti, parlava di cinema, arte e musica, conosceva l’inglese e il francese». E così, una volta ottenuta l’autorizzazione del Comune, la postazione di crossbooking «ci consentirà solo di ricordarlo per la sua cultura e la sua umanità – ha concluso – ma sarà anche un monito a non dimenticarci dei tanti invisibili che vivono nei nostri quartieri».

Anche il parroco don Santino Quaranta, nella sua omelia, ha invitato a «non abbandonare le persone a loro stesse, sia come comunità cristiana che come comunità civile». Commentando la prima lettura tratta dal secondo Libro dei Maccabei, il sacerdote ha sottolineato come «la raccolta di denaro fatta dal popolo per un sacrificio di espiazione e che mirava a garantire una preghiera di suffragio ai defunti nella certezza della vita eterna, riassume il gesto generoso del nostro quartiere e la volontà di accompagnare Davide nell’incontro con il Buon Pastore». Riprendendo invece il brano del Vangelo di Giovanni e «l’immagine del seme che, solo morendo, porta molto frutto», don Quaranta ha invitato a non fermarsi alla paura della morte ma «a produrre molto frutto come quel seme che vive una vera trasformazione per dare il meglio di sé, ossia produrre una pianta e quindi qualcosa di più grande e più alto». Ecco allora che la morte «diviene lo spunto per meditare sulla preziosità della vita che è dono di Dio ed ha un valore incommensurabile» e che la «presenza di tanti di noi qui, oggi, vuol dire riconoscere il seme che Davide ha lasciato in chi lo ha incontrato per l’acquisto di un libro, il dono di un pezzo di pizza o un semplice saluto e sorriso».

In tanti davvero hanno voluto dare l’ultimo saluto a Davide che, nato 53 anni fa da genitori italiani emigrati in Belgio, aveva provato a fare tanti lavori, dall’imbianchino all’assistente di anziani ma  che ha trascorso i suoi ultimi 15 anni per strada, tra i suoi amati libri. «Questa vicenda ci ha resi tutti più umani – ha commentato Mario Mancini della Comunità di Sant’Egidio che opera nel quartiere con un gruppo di volontari -: per una volta i poveri non sono stati messi ai margini ma sono riusciti a riunirci insieme».

21 gennaio 2019