Il Rosario per l’Italia, per «restare saldi in ciò che conta davvero»

La preghiera promossa dalla Cei e guidata dal segretario generale Stefano Russo, aperta da un videomessaggio di Papa Francesco. «Siamo riuniti per non arrenderci alla paura che isola e dispera»

«Facciamoci prossimo l’uno dell’altro, esercitando noi per primi la carità, la comprensione, la pazienza, il perdono». In un videomessaggio trasmesso giovedì sera, 19 marzo, prima della recita del Santo Rosario promosso dalla Conferenza episcopale italiana per il Paese in questo periodo di emergenza sanitaria causata dal coronavirus, Papa Francesco ha esortato i fedeli a restare uniti e «saldi in ciò che conta davvero», specie in un momento storico «in cui tutto sembra vacillare», e ha supplicato il Signore perché «liberi il mondo da ogni forma di pandemia». Nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità di san Giuseppe, custode della Santa Famiglia, Bergoglio da Casa Santa Marta si è unito spiritualmente al momento di preghiera voluto dai vescovi italiani come segno di unità per il Paese.

Trasmessa in diretta su Tv2000 dalla basilica minore di san Giuseppe al Trionfale di Roma, la preghiera, unita alla testimonianza di san Francesco d’Assisi e alle orazioni di santa Caterina da Siena, patroni d’Italia, è stata presieduta dal segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo, affiancato dal parroco don Wladimiro Bogoni. Invitando «ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa» a recitare il rosario nello stesso momento, i vescovi hanno proposto come segno concreto di partecipazione di esporre dalle finestre delle abitazioni un lenzuolo bianco o una candela accesa, simboli della speranza, della luce e della fede.

Papa videomessaggio rosario per l'italia«Siamo riuniti per non arrenderci alla paura che isola e dispera e per trovare nel Signore la speranza e la forza con cui affrontare anche questa grande sofferenza», ha detto monsignor Russo. Il Rosario, ha ricordato Papa Francesco, «è la preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore». Anche se in questi giorni di quarantena «i nostri spazi possono essersi ristretti alle pareti di casa», il vescovo di Roma ha spronato a prendersi cura del prossimo e ad avere «un cuore più grande, dove l’altro possa sempre trovare disponibilità e accoglienza». Come modello ha indicato il falegname di Nazareth, che pur avendo «conosciuto la precarietà, l’amarezza e la preoccupazione per il domani» è stato in grado di «camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio».

Il Papa ha infine invitato i fedeli a pregare San Giuseppe di intercedere presso Dio affinché protegga e custodisca le famiglie, i poveri, gli ammalati, i volontari, i medici e gli infermieri «in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità», i responsabili del bene comune e i sacerdoti che, anche «in un momento così drammatico, cercano di sostenere con la loro parola la speranza e la fede».

Come ha ricordato monsignor Russo, quella di giovedì è stata «la preghiera di tutta la Chiesa». Numerose Conferenze episcopali del mondo hanno aderito alla recita del Rosario per e con l’Italia, come le Chiese dell’Est europeo, la Chiesa cattolica caldea e la Conferenza episcopale polacca. Una nuova iniziativa poi è in programma per il 27 marzo: i vescovi hanno promosso un particolare “venerdì della misericordia”, i presuli che potranno si recheranno venerdì in un cimitero della propria diocesi per un momento di preghiera e benedizione per coloro che sono «morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti».

20 marzo 2020