Il ritorno di Giovanni Lindo Ferretti

Dalle Alpi alla Capitale, in concerto alla Citta dell’Altra Economia al Campo Boario di Testaccio nell’ambito dell’Eutropia Festival. In “A cuor contento” grandi classici dei CCCP e il Canto dei Canti

Nei primi anni Ottanta va in giro per Reggio Emilia in minigonna, con una bella cresta colorata in testa, gli stivali dell’Armata rossa ai piedi: Giovanni Lindo Ferretti è un punk filosovietico permeato di ideologie, che usa la musica per mandare messaggi politici al mondo. Oggi è un montanaro impegnato nel consiglio pastorale della sua parrocchia, che si concede più alla cura dei suoi cavalli che ai concerti, che ama scrivere e narrare, per esprimere tutto quello che ha dentro, senza mai rinnegare il passato. Una delle poche occasioni per vederlo dal vivo, sarà mercoledì 10 settembre prossimo, alle ore 22, alla Città dell’Altra Economia al Campo Boario di Testaccio, nell’ambito dell’Eutropia Festival. Sul palco con lui Ezio Bonicelli chitarra elettrica, violino e Luca Rossi – basso, chitarra elettrica, batteria elettronica, entrambi ex componenti degli Ustmamò, per riproporre alcune canzoni del repertorio di Lindo Ferretti ri-arrangiate in chiave più elettronica e qualche brano tratto da “Saga, il Canto dei Canti”, ultimo album pubblicato da Sony Music nel 2013.

Adolescente nel ’68, in piena contestazione, dopo gli studi e cinque anni di esperienza come operatore psichiatrico, trova la sua strada sulla via di Berlino, dove incontra il chitarrista Massimo Zamboni e fonda con lui, nel 1982, i ‘CCCP Fedeli alla linea’, facendo scuola nella galassia del punk rock italiano. Il nome è l’equivalente della sigla russa SSSR in alfabeto cirillico, che designa l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ma loro, provocatoriamente, si definiscono un gruppo “melodico emiliano”. Primo successo nel 1985 con l’EP “1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età”, considerato ancora oggi una pietra miliare del punk rock nostrano, ispirato ad un volume collettivo di alcuni membri del comitato centrale del Partito comunista cinese, per non smentirsi.

Quando cade il muro di Berlino, nel 1989 e l’Unione Sovietica va in crisi, loro sono al terzo album, che contiene anche la canzone “Madre”, dedicata alla figura di Maria, nata un giorno per caso nella testa di Lindo Ferretti e proposta con un certo pudore alla band. Nel 1990 si sciolgono e dal duo iniziale nascono due anni più tardi i CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti), che durano ancor meno.

Una cosa che invece non ha visto mai fine, ma solo, a un certo punto, un picco decisivo, è il sentimento religioso di Giovanni Lindo Ferretti, educato al catechismo in casa dalla nonna, che frequenta da piccolo il collegio dalle suore di Maria Ausiliatrice, ma smette però di andare a Messa a 14 anni per lasciarsi trascinare dalle varie contestazioni e rivoluzioni dell’epoca. Allontanato dalla Chiesa, ma non del tutto dalla fede, da cui scaturisce quel senso di inquietudine che non lo fa sentire mai completamente felice e appagato nonostante i successi e il consenso del pubblico.

E se nella canzone “Manifesto”, nel 1987, aveva cantato e “niente saldi di esistenze, niente saldi di speranze, niente voti alla Madonna”, due anni più tardi il testo diventa “niente saldi di esistenze, niente saldi di speranze, meglio un voto alla Madonna” e chi c’era racconta di ultimi concerti diventati delle preghiere con un Lindo Ferretti “salmodiante”, che canta brani molto rock con riferimenti sacri. Ma è solo con il ritorno nella terra natia, a Cerreto Alpi, tra le montagne dell’appennino tosco-emiliano, all’inizio degli anni Novanta, che riaffiora il desiderio di riavvicinarsi veramente a Dio. Più che una conversione, un ritorno al Padre. La ristrutturazione della casa natale e la mamma inferma da accudire provocano la svolta nella vita di Lindo Ferretti. Un colloquio con don Guiscardo, il parroco del paese, fa il resto.

Ed eccolo oggi, un artista di nicchia, come si suol dire, che porta in giro, ma senza frenesie, un paio di spettacoli (di cui uno con l’ingresso in scena di cavalli), esibendosi in posti insoliti come cortili, aie, radure e chiese. A Roma non ci saranno risvolti equestri, ma di sicuro un Giovanni Lindo Ferretti in tutta la sua autenticità.

5 settembre 2014