Il ricordo di Modesta Valenti, vissuta e morta sulla strada

Le celebrazioni promosse dalla Comunità di Sant’Egidio in memoria di tutte le vittime di povertà e indifferenza. La prima il 1° febbraio a S. Maria in Trastevere

Le celebrazioni promosse dalla Comunità di Sant’Egidio per fare memoria di tutte le vittime della povertà e dell’indifferenza. La prima il 1° febbraio a S. Maria in Trastevere

«La città non dovrebbe difendersi dai poveri ma dovrebbe difendere i suoi poveri». Lo aveva detto Papa Francesco poco meno di un mese fa, nella preghiera del Te Deum, il 31 dicembre scorso. Proprio di questa convinzione si nutre la scelta della Comunità di Sant’Egidio di celebrare da oltre 30 anni la memoria di Modesta Valenti, divenuta presto simbolo di quanti sulla strada vivono e muoiono. Modesta infatti era un’anziana senza fissa dimora, di 71 anni, che viveva nei pressi della Stazione Termini, dove spesso si rifugiava per dormire. Il 31 gennaio 1983 ebbe un grave malore proprio alla Stazione e l’ambulanza che accorse alla chiamata non la volle a bordo, in quanto sporca e in condizioni igieniche non adeguate. Cosi Modesta morì poche ore dopo, in attesa che si decidessero a prestarle soccorso.

Nella Messa di domenica 1° febbraio alle 10 a Santa Maria in Trastevere si farà memoria, come ogni anno, di Modesta e di tutti coloro che hanno vissuto nelle strade della Capitale e che qui sono morti, negli ultimi 32 anni. Insieme ai volontari della Comunità di Sant’Egidio ci saranno anche i tanti «amici per la strada», invitati a partecipare «affinché si rendano conto di far parte di un gruppo, di non essere stati dimenticati da Dio», spiega Augusto D’Angelo, responsabile del Servizio per i senza fissa dimora della Comunità trasteverina. Nel corso della celebrazione, le vittime della povertà e dell’indifferenza verranno ricordate a una a una, con il loro nome. Quest’anno sono 35. Tra loro Gregorio, morto il 30 dicembre all’Esquilino, e Karim, ritrovato a metà gennaio davanti al Sacro Cuore.

Per Modesta e per gli altri senza tetto morti nelle strade della Capitale si pregherà ancora per tutto il mese di febbraio, in diverse parrocchie. Al momento sono circa 20 le celebrazioni in calendario, da quella del 2 febbraio a Santa Giovanna Antida a quella del 22 a San Giovanni Battista de La Salle, ma gli appuntamenti sono in costante aggiornamento sul sito internet della Comunità. L’obiettivo, spiegano, è che il ricordo dell’anziana donna diventi una memoria «cittadina». La storia di Modesta «ci fa rendere conto di come sia difficile vivere ma anche morire», commentano gli operatori di Sant’Egidio, da sempre accanto ai senza tetto della città con una serie di servizi giornalieri: mense con pasti caldi, «visite in strada» per restituire dignità e amicizia, centri di accoglienza dove vengono distribuiti alimenti, coperte, ma anche consulenze legali e recapiti postali. Modesta, osservano, è il simbolo di tutti coloro che perdono la vita a motivo dell’indifferenza oltre che della povertà. Le celebrazioni, allora, la targa di marmo a lei dedicata al binario 1 della Stazione Termini, la strada fittizia intitolata a suo nome per indicare la residenza dei senza tetto da parte del Comune di Roma la ricordano, «perché nessuno muoia più abbandonato». (Veronica Giacometti)

29 gennaio 2015