Il Recovery Plan sia «occasione per un grande piano per la rinascita demografica»

Il documento inviato al premier Draghi da 70 associazioni no profit: l’invito a scommettere su politiche di sussidarietà, sostenendo natalità, famiglia e comunità

70 associazioni del no profit italiano – tra cui Usmi, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento per la vita, Mcl e Centro studi Livatino – scrivono al neo premier Draghi e ai parlamentari chiedendo che il Recovery Plan sia «l’occasione per un grande piano per la rinascita demografica, drammatica emergenza del Paese, sostenendo la natalità, assieme alla famiglia e alle comunità come luoghi imprescindibili per la crescita della persona e per il bene comune». La richiesta insomma è che il Recovery Plan «abbandoni la matrice centralista per essere rifondato scommettendo su politiche di sussidiarietà».

Secondo le associazioni firmatarie del documento, è necessario agire «riformando il fisco attorno alle dimensioni familiare e comunitaria, con un prelievo inversamente proporzionale alla composizione del nucleo»; introducendo «sensibili benefici per nuova imprenditorialità nonché radicali premialità per l’occupazione»; «preferendo agli strumenti assistenzialisti quelli capaci di avviare e sostenere percorsi virtuosi di tutte le comunità intermedie sia profit che non profit». Ancora, il documento contiene anche l’invito a rilanciare in Parlamento «un più netto contrasto all’utero in affitto e a ogni forma di mercificazione della donna e dei bambini, per sostenere invece la vita nascente, nonché le madri in difficoltà per una gravidanza».

Viene anche chiesto di «indirizzare adeguate risorse del Recovery Plan per garantire a tutte le persone fragili (a partire da quelle maggiormente provate dalla pandemia) i trattamenti più appropriati senza limiti di età, compresi l’idratazione e l’alimentazione, nonché per assicurare adeguate proporzioni a quel “diritto negato” che sono le cure palliative». L’ultimo punto infine è il richiamo a combattere «con forza la povertà educativa e l’abbandono scolastico, aggravatisi fra i giovani nella pandemia, anche finalmente realizzando un effettivo pluralismo». Prioritario, secondo i firmatari del documento, che «le scelte dei prossimi mesi siano innanzitutto per la centralità e la promozione della vita, valorizzando nei fatti ciascuna persona, in qualunque condizione sia».

17 febbraio 2021