Il Recovery Plan e la sfida di «cambiare in concreto il Paese»

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza nel webinar di Caritas italiana. Il direttore don Soddu: «Atto di responsabilità immergersi nella sua complessità»

“Una Repubblica imperfetta”: questo il titolo del webinar promosso da Caritas italiana che si è svolto ieri, 7 luglio, dedicato all’analisi e alle proposte in merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ad aprirlo, il direttore don Francesco Soddu, secondo cui il Pnrr «raggiungerà il suo obiettivo se saprà cambiare in concreto il Paese e le prospettive di chi incontra maggiori difficoltà». Nelle parole del sacerdote, si tratta di «un orizzonte di politiche pubbliche. È quindi un atto di responsabilità immergersi nella sua complessità. Il tema – ha spiegato – riguarda infatti noi e il futuro del nostro servizio tra i poveri. È un documento che ci interroga, in quanto organismo pastorale, su come agire per ridurre i divari esistenti, sempre in una logica di sussidiarietà». E che «offre l’occasione per continuare il nostro lavoro di advocacy per le persone meno favorite, perché essere cittadini e cristiani non sono cose differenti ma si uniscono, come diceva il nostro primo presidente, monsignor Giovanni Nervo». L’invito dunque è a operare nei territori e «contribuire alla crescita del nostro Paese costruendo un dialogo sociale competente, basato su una analisi condivisa»

All’esame del Pnrr e delle relative proposte Caritas italiana ha già dedicato due dossier specifici a disposizione sul sito: il numero 65 e numero 67. Ora, ha aggiunto il vicedirettore Paolo Beccegato, «la prospettiva di lavoro è di estendere la base, la governance sussidiaria, attraverso il dialogo sociale, che Papa Francesco chiama “amicizia sociale”. Si parla di una “Repubblica imperfetta” come è stata definita dal presidente Sergio Mattarella, perché ci sono ancora troppe ingiustizie a livello sociale – ha sottolineato -. Il tema delle disuguaglianze va quindi ora affrontato in modo adeguato».

Tra gli aspetti messi in evidenza dagli analisti di Caritas italiana, l’assenza, nel Pnrr, del tema «migrazioni e integrazione». E ancora: «Gli asili nido sono sottofinanziati, non c’è la governance sussidiaria né il riferimento all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile». Secondo Francesco Marsico, responsabile area nazionale di Caritas italiana, «dobbiamo occuparci del Pnrr in maniera plurale e dialogica, non per trovare spazi ma per costruire alleanze e avviare processi. Ma soprattutto per verificare il posto dei poveri all’interno del piano e testare la nostra capacità di capire il presente e ipotizzare il futuro». Nelle parole di Marsico, le priorità del Pnrr: «Donne, giovani e Mezzogiorno, divari di genere, generazionali e territoriali», e le relative risorse disponibili nei vari settori.

Tra gli obiettivi della Caritas, nel suo lavoro di advocacy a favore dei poveri, c’è quello di segnalare le varie mancanze e sviluppare alleanze con altre realtà della società civile, secondo un approccio che tenga conto anche della dimensione internazionale e dei riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa. «Certi meccanismi vanno messi in evidenza – ha aggiunto Massimo Pallottino, responsabile dell’Ufficio Asia e Oceania di Caritas italiana -. Dobbiamo fare in modo che il Pnrr sia coerente con i principi dell’Agenda 2030 e diventi un luogo di riflessione e attenzione».

8 luglio 2021