Il racconto della Natività lungo le strade di Roma

A pochi giorni dal Natale, il presepe vivente organizzato con “Città dei presepi”, nel cuore della Capitale, da San Giovanni a Santa Maria Maggiore, lungo il percorso della precessione del Corpus Domini. Coinvolti oltre 400 figuranti da diverse parti d’Italia

Stupore, meraviglia e tenerezza. Di queste emozioni e di questi sentimenti parla Papa Francesco nella sua lettera apostolica dedicata al presepe “Admirabile signum” e stupore, meraviglia e tenerezza si leggevano negli occhi delle tante persone che dalla rievocazione del presepe vivente – secondo la tradizione ideata da san Francesco a Greccio esattamente 800 anni fa, nel 1223 – sono state attirate o stupite, colte dall’evento per caso, lo scorso sabato pomeriggio, 17 dicembre, a pochi giorni dal Natale. Chi passeggiava o stava consumando qualcosa seduto ai tavolini dei bar di via Merulana non ha potuto infatti che rivolgere l’attenzione e lo sguardo al corteo dei più di 400 figuranti che hanno sfilato dal Laterano a piazza di Santa Maria Maggiore, dando forma al presepe vivente nel corso dei secoli: dalla prima versione ideata dal poverello di Assisi, che apriva la sacra rappresentazione, fino a quello più moderno, quello dell’800, con i venditori di frutta e verdura che si muovevano con le loro biciclette, passando per quello dell’anno zero, con i soldati romani e la compravendita degli schiavi.

«L’obiettivo di questo progetto – ha spiegato Fabrizio Mandorlini, coordinatore dell’associazione nazionale “Città dei presepi”, partner dell’iniziativa – è quello di raccontare la Natività in questo nostro tempo e nei nostri luoghi perché è un evento che interessa ogni tempo e ognuno di noi è parte del presepe, anche noi siamo dei “figuranti” nella sacra rappresentazione, che si rinnova anche oggi». Esprimendo gratitudine «al Vicariato e al Comune di Roma per la collaborazione e per la fiducia», Mandorlini ha ricordato sorridendo che «questa manifestazione non si faceva qui a Roma dal 1953 e abbiamo capito perché, dato l’impegno e l’organizzazione che richiede».

I tanti figuranti arrivati nella Capitale per rappresentare le scene appartenevano ai gruppi che realizzano i presepi viventi toscani di Pescia, Equi Terme, Casole d’Elsa, Ruota e Legoli, con il supporto dei figuranti di Badia San Savino, Ghivizzano, San Regolo a Gaiole in Chianti, Santa Colomba, Iolo, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Pontedera, Roffia, La Serra e San Romano. «Noi siamo qui in 20 – ha detto Elisa di Santa Colomba, vestita da pastorella – e abbiamo portato in particolare i bambini, che rappresentano i più piccoli gli angioletti e i più grandi i soldati. Inoltre vengono dalla nostra parrocchia i due bambini che suonando il tamburo aprono il corteo». Rocco di Pescia ha invece spiegato come il suo gruppo, «formato da una cinquantina di figuranti, rappresenta il primo presepe, quello di San Francesco a Greccio, ecco perché c’è chi, come me, è vestito da lebbroso». San Francesco è stato il protagonista della prima scena della rappresentazione, realizzata proprio davanti al portone d’ingresso del palazzo del Vicariato, che affaccia su piazza Giovanni Paolo II, dove il santo di Assisi ricevette dopo mesi di attesa l’approvazione della Regola francescana da parte di Papa Innocenzo III. Ancora, Franco da Casole d’Elsa, in provincia di Siena, pronto per rappresentare il compratore di schiavi nel presepe dell’anno zero, ha raccontato che «nel nostro paese questa tradizione del presepe vivente ha più di 20 anni e vede la partecipazione di oltre 100 figuranti, con anche l’utilizzo degli animali». E le pecore con gli agnellini e l’asino erano presenti nell’allestimento di piazza di Santa Maria Maggiore, dove è stata rappresentata la Natività oltre ai mestieri dell’epoca e meta del corteo che si è snodato appunto su via Merulana per raggiungere la basilica liberiana, dove sono custodite le reliquie della culla di Gesù bambino e che venne intitolata proprio “Sancta Maria ad Praesepem”.

«È significativo il percorso fatto, lo stesso della processione del Corpus Domini – ha detto don Ivan Ricupero, cerimoniere di Santa Maria Maggiore -, evidenziando lo stretto legame del presepe con il mistero dell’Incarnazione di Cristo». Nel suo saluto, il commissario straordinario della basilica papale Rolandas Makrickas ha invece auspicato che il prossimo «sia un Natale vivo, che porti maggiore dialogo tra noi e con gli altri, fatto di un camminare insieme come questo pomeriggio, per trovare il Signore e portarlo poi a tutti». Il “camminare insieme” di sabato pomeriggio poi si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, nella basilica liberiana.

19 dicembre 2022