Il “Queencubo” dei ragazzi di 4 licei romani

A dirigerli, Ludovico Versino (Dodo). Il risultato: un medley dei più grandi successi della band inglese che ha conquistato il web

«Il coro è la voce di un’identità collettiva: il singolo individuo è prezioso ma il risultato comune si ottiene solo con il gruppo». A parlare è Ludovico Versino, conosciuto anche come Dodo, il maestro che ha diretto il tributo ai Queen arrangiato e cantato a cappella dal coro di cento studenti provenienti dai licei romani Albertelli, De Sanctis, Keplero e Visconti. Un medley di più brani che ha conquistato il web, registrando in pochi giorni oltre 50mila visualizzazioni solo sulla piattaforma Youtube, e a cui i giovani coristi hanno scelto di dare un nome curioso: “Queencubo”. «Ci abbiamo lavorato a lungo, quattro mesi pieni di arrangiamento e studio – racconta il maestro -.  Così un giorno, da parte di una ragazza del gruppo, è venuto fuori questo nome che gioca sulla somiglianza divertente con la parola “incubo”».

Dodo, artista poliedrico appassionato di recitazione e canto corale, è anche il fondatore di “Anonima Armonisti”, settetto vocale a cappella, e del “Coro Cantering”, gruppo corale misto specializzato in musica popolare. Ed è proprio in occasione di uno dei suoi concerti che il maestro conosce nel 2012 Luca Casantini, il professore del liceo classico Albertelli che gli proporrà di portare l’iniziativa a scuola. «Volevo che gli studenti conoscessero e si avvicinassero a una realtà il cui contesto non è solo ludico ma anche caratterizzato da studio, ricerca e partecipazione», commenta il docente di latino e greco, aggiungendo che «l’approccio alla musica proposta come canto corale è importante, in quanto valorizza non tanto l’individualità quanto lo spirito d’insieme e la socializzazione».

Parte, così, dall’Albertelli «un fortunatissimo passaparola» che consentirà al maestro non solo di creare una salda e ben radicata rete con alcuni licei romani ma anche di dare vita a un coro con oltre 100 giovani iscritti. «Durante l’intero anno i ragazzi sono impegnati in vari concerti e progetti – spiega Versino -. Il medley dei Queen lo abbiamo girato a giugno ed è nato, in realtà, come iniziativa per promuovere l’attività corale dell’anno successivo». Eppure il risultato è stato persino migliore di quello sperato, con un video che in breve tempo è rimbalzato sui social e sui siti di diverse testate online.

La brillante esibizione, che omaggia i più grandi successi della band britannica, è stato ripresa e incisa dal vivo nel cortile del liceo Visconti dall’associazione culturale “Decanto”, la quale sostiene l’attivazione e formazione di numerosi cori scolastici,  in collaborazione con “Arte2 o”, realtà attiva nella produzione culturale romana che gestisce, tra le altre attività, una rete di Scuole di Musica.

L’educazione all’ascolto e allo studio musicale rappresenta per i giovani una possibilità di crescita, espressione e incontro: un valore aggiunto che iniziative di questo tipo intendono promuovere e preservare. «In un coro si impara a frenare i propri eccessi, a limitarsi, a dare e non soltanto a ricevere», spiega David Ravignani che di professione, oltre a essere docente di storia dell’arte al liceo Keplero, fa anche il corista. Un nuovo modo di lavorare e di rapportarsi all’altro che ha inevitabilmente delle ricadute anche in termini educativi e sociali. «Attraverso questa attività il ragazzo si rende conto che può contribuire al bene della collettività senza rinunciare a sé e alla propria individualità», prosegue il professore, ricordando che «i benefici sono tanti anche a livello di sicurezza personale e autostima».

25 settembre 2019