Il progetto Erasmus+, «per costruire una pace vera»

Presentati alla Camera i risultati del progetto. Il ministro Valditara (Istruzione): «Aggiunti 50 milioni all’anno per i prossimi 3 anni. Fondi del Pnrr anche per le paritarie»

Il vice premier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani non ha dubbi: «Esperienze come quella dell’Erasmus Creasteam servono ad aprire la mente, a capire gli altri, ma capire non  significa rinunciare a sé stessi; anzi, essere più consapevoli della propria identità significa non avere paura degli altri e quindi essere pronti ad accogliere». Lo ha spiegato ieri, 15 marzo, in occasione della presentazione alla Camera dei deputati dei risultati del progetto Creasteam Erasmus+. «Non soffro del complesso del sacrestano – ha aggiunto -, la nostra cultura è frutto di secoli di storia, siamo italiani ed europei, figli della cultura greca, latina e cristiana. Il rispetto per la persona, l’accoglienza dell’altro, sono principi cristiani e l’Europa si fonda anche su questo».

Intervenuto alla presentazione anche il ministro dell’Istruzione e merito Giuseppe Valditara, che ha sottolineato la scelta del dicastero di investire sul progetto Erasmus+, aggiungendo 50 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni. «Stiamo anche investendo sull’implementazione delle discipline Stem, soprattutto per le ragazze, perché purtroppo c’è ancora un forte divario – ha riferito -. Questo progetto va oltre i confini nazionali e rappresenta un’Europa unita, basata sulla condivisione di una comune cultura e patria. I fondi devono essere per tutti, per questo – ha anticipato – abbiamo deciso di mettere i fondi del Pnrr anche per le paritarie non commerciali e la prima distribuzione l’abbiamo fatta proprio per l’accoglienza di ragazzi ucraini, questo perché la scuola paritaria è pubblica a tutti gli effetti».

Agli studenti presenti è andato il grazie della presidente nazionale Fidae Virginia Kaladich. «Tutto questo lo facciamo per voi – le sue parole -. Questi progetti rappresentano davvero la scuola che vogliamo, attenta alla persona a 360 gradi, ed è per questo che l’Erasmus+ è un modello, perché gli scambi e le condivisioni avvengono tra scuole di ogni tipo, senza distinzione, con l’obiettivo comune di formare i futuri cittadini d’Italia e d’Europa. Anche per questo abbiamo bisogno che la legge sulla parità scolastica, varata 23 anni fa, sia finalmente completata». E dell’urgenza di realizzare finalmente il «pluralismo educativo» ha parlato anche il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università e del Consiglio nazionale della scuola cattolica. «Paradossalmente – ha evidenziato -, da quando è stata varata la legge 62 del 2000, le scuole paritarie hanno perso il 40% della loro forza e non conviene a nessuno disperdere un patrimonio così importante. Questo progetto portato avanti dalla Fidae traccia la strada perché la scuola non può pensare a promuovere solo i bravi e bocciare i meno bravi ma deve saper tirare fuori i talenti da ognuno, deve mettere tutti nelle migliori condizioni possibili per esprimere il meglio e questo è un compito delle scuole di stampo cattolico ma anche di tutte le altre scuole».

Nelle parole del direttore generale dell’Agenzia Erasmus Flamino Galli, «l’aumento delle richieste di mobilità Erasmus+ nel 2022 e nel 2023 è il frutto di un forte rinnovamento del progetto, che per esempio da quest’anno prevede la creazione di una rete italiana di ambasciatori Erasmus+ scuola, composta da docenti, dirigenti scolastici esperti di cooperazione e progettazione europea, con il compito di diffondere a livello regionale le opportunità del programma Erasmus+, per supportare le scuole nella gestione delle candidature e soprattutto per favorire la partecipazione di tutti gli istituti del territorio, anche quelli più remoti e isolati, perché Erasmus – ha concluso – è sinonimo di mobilità e di condivisione».

16 marzo 2023