Il progetto dei corridoi umanitari arriva a Bruxelles

La presentazione in programma per il 10 dicembre. La richiesta all’Ue: riconoscere la validità dell’iniziativa, «unica alternativa ai viaggi della morte»

I corridoi umanitari arrivano nel cuore dell’Unione europea. Il prossimo 10 dicembre le Chiese protestanti coadiuvate dalla Commissione per i migranti in Europa della Kek presenteranno il progetto alle istituzioni Ue, chiedendo di riconoscere ufficialmente la validità dell’iniziativa, di sostenerla economicamente e proporla ai Paesi membri come modello di accoglienza unita alla integrazione. Non solo. La tappa successiva, di cui si è parlato questa mattina, 8 ottobre, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati è il passaggio dai corridoi umanitari italiani a quelli europei. A presentarlo, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia insieme alla Commissione per i migranti in Europa della Kek. L’iniziativa che ha preso vita nel 2016, grazie all’impegno congiunto con la Comunità di Sant’Egidio, ha consentito fino ad oggi l’ingresso in Italia di oltre 2.200 profughi. Ora, dopo aver ricevuto il premio Nansen dall’Unchr per i corridoi umanitari, la Federazione rilancia e presenta la proposta a livello europeo.

«La gioia del premio ricevuto – ha detto il presidente Fcei Luca Negro – è oscurata dalle notizie del naufragio a Lampedusa che parlano di morte, donne e bambini. Per questo diciamo che i corridoi umanitari costituiscono l’unica alternativa possibile ai viaggi della morte». Modello esportato già in Francia Belgio e Germania, «i corridoi umanitari – sottolinea Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (MH), programma rifugiati e migranti della Fcei – garantiscono sicurezza a chi parte ma anche sicurezza a chi accoglie perché prevedono un percorso di integrazione che viene messo in atto capillarmente in tutto il Paese da comunità, associazioni e parrocchie che svolgono anche un lavoro di mediazione culturale». Un progetto temporaneo che ha dimostrato di essere «fattibile e praticabile».

Con la consegna ufficiale di questa proposta alle istituzioni europee, la speranza è che l’Europa allarghi le capacità dei numeri fino ad oggi raggiunti ma soprattutto che la sostenga economicamente dando aiuti finanziari ai paesi che aderiscono alla iniziativa. «L’Unione europea per la sua storia, la sua vocazione e soprattutto per il primato giuridico da sempre dato ai diritti umani è tenuta a dare esempi virtuosi e di buona pratica». In vista della presentazione del progetto a Bruxelles, «il ministero degli Esteri ha costituito insieme al ministero dell’Interno una piattaforma di esperti nell’ottica di elaborare una proposta fattibile e concreta», ha detto Emanuela Del Re, vice ministro agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale.

Per Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, «siamo un Paese di frontiera e siamo e saremo inevitabilmente coinvolti nel fenomeno migratorio. Fino ad oggi lo abbiamo subito». L’Italia ora deve trovare un modo serio per gestirlo con proposte «a lungo termine che abbiano al centro l’umanità». I corridoi umanitari rappresentano «uno strumento» in questo senso che chiede ora di essere «potenziato». Sarà la Commissione migranti della Kek a coordinare da Bruxelles l’incontro con le istituzioni europee. «Non vogliamo che l’Italia si senta sola di fronte ad un problema che ha una dimensione europea», ha detto Torsten Moritz, segretario generale delle Commissione delle chiese per i migranti in Europa.

8 ottobre 2019