Il presidente Mattarella: le mafie, «pesante zavorra per l’Italia»

Le parole del capo dello Stato nella Giornata nazionale dedicata alle vittime. L’omaggio delle più alte cariche istituzionali: «Un esempio per noi e per le future generazioni»

«Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali». Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che si celebra oggi, 21 marzo. «Nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice», ricorda il capo dello Stato, la Giornata è «ricorrenza significativa per la comunità nazionale. Un giorno che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali».

Il presidente non ha dubbi: «Quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie. La lettura dei nomi delle innocenti vittime delle mafie – prosegue – è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia».

Da Mattarella anche un monito alle istituzioni, chiamate a «fare il loro dovere per contrastare, su ogni piano, le organizzazioni del crimine», e ai cittadini e alle forze sociali, la cui azione «è coessenziale per costruire e diffondere la cultura della legalità e della libertà. La Giornata – conclude – ci rammenta che la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro».

Affidato ai social il pensiero del presidente del Senato Ignazio La Russa, secondo cui «il sacrificio di chi ha difeso le istituzioni non deve essere dimenticato e rappresenta un esempio per tutti noi e per le future generazioni». Dalla seconda carica dello Stato anche un ringraziamento «a chi ogni giorno mette a rischio la propria incolumità, lavorando per difendere i principi fondanti di legalità della nostra nazione». Anche per il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana, «la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie richiama le istituzioni e la società civile a vigilare sulla minaccia della criminalità organizzata in ogni sua forma, a coltivare e a diffondere tutti i giorni e in ogni sede la cultura della legalità da trasmettere in particolare alle giovani generazioni. In tale ricorrenza – prosegue -, giunga la mia sentita vicinanza alle famiglie e a quanti custodiscono nel proprio cuore il dolore per la perdita dei propri cari per mano delle mafie».

La premier Giorgia Meloni, dai suoi canali social, parla di «occasione importante per rendere omaggio a chi ha perso la vita per mano malavitosa, per stringerci attorno ai loro familiari e trasmettere le loro storie ai più giovani, per rinnovare l’impegno quotidiano di ciascuno di noi e delle nostre istituzioni contro ogni forma di criminalità organizzata. Il ricordo di chi ha pagato un prezzo così alto e l’esempio di chi ha sacrificato la propria vita a difesa della legalità – ha aggiunto – devono essere il faro che guida le azioni e l’operato di tutti noi. Sempre».

Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «è fondamentale custodire la memoria delle tante persone assassinate per aver difeso strenuamente i valori di giustizia e legalità. Donne e uomini che non hanno mai chinato il capo dinanzi al giogo che la malavita tentava di imporre. Ricordare il loro sacrificio, sempre vivo nelle nostre coscienze – aggiunge -, è la condizione necessaria per proseguire lungo la strada che hanno saputo tracciare. È dal loro esempio che possiamo trarre ancora più forza per contrastare le mafie, per sconfiggere ogni loro tentativo di imporsi sulla dignità e sulla libertà delle persone». Nelle parole del titolare del Viminale, dunque, l’omaggio a «tutti coloro che hanno pagato con la vita l’ostinato coraggio con cui hanno combattuto la violenza delle mafie. Magistrati, operatori delle Forze dell’ordine, politici, sindacalisti, imprenditori, giornalisti, comuni cittadini che hanno lottato per una società più giusta, libera dai soprusi e dai condizionamenti della criminalità organizzata. La costante azione di tutte le istituzioni e della società civile e il diffondersi di una sempre più matura cultura dell’antimafia – conclude – dimostrano ogni giorno che i poteri mafiosi, anche se tentano di nascondersi cambiando pelle e mutando forma, non sono invincibili».

21 marzo 2024