Prima dell’inaugurazione in piazza San Pietro, nel pomeriggio di ieri, 5 dicembre, Papa Francesco ha ricevuto in udienza le delegazioni provenienti dal Trentino e dal Veneto per il dono dell’albero di Natale e del presepe. «L’incontro odierno – ha detto – mi offre l’opportunità per rinnovare il mio incoraggiamento alle vostre popolazioni, che l’anno scorso hanno subito una devastante calamità naturale, con l’abbattimento di intere zone boschive». Per il pontefice, sono «eventi che spaventano, segnali d’allarme che il creato ci manda, e che ci chiedono di prendere subito decisioni efficaci per la salvaguardia della nostra casa comune». Di lì a poco, l’accensione delle luci dell’albero, che «resterà accanto al presepe fino al termine delle festività natalizie, ed entrambi saranno ammirati dai numerosi pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo – le parole di Francesco -. Grazie, cari amici, per questi doni, e anche per gli alberi più piccoli destinati ad altri ambienti del Vaticano».

Nelle parole del Papa anche la soddisfazione per il fatto che «in sostituzione delle piante rimosse verranno ripiantati 40 abeti per reintegrare i boschi gravemente danneggiati dalla tempesta del 2018». In particolare, ha detto, «l’abete rosso che avete voluto donare rappresenta un segno di speranza specialmente per le vostre foreste, affinché possano essere al più presto ripulite e dare così inizio all’opera di riforestazione».

Il presepe, realizzato quasi interamente in legno e composto da elementi architettonici caratteristici della tradizione trentina, «aiuterà i visitatori ad assaporare la ricchezza spirituale del Natale del Signore», ha proseguito il Papa. «I tronchi di legno, provenienti dalle zone colpite dai nubifragi, che fanno da sfondo al paesaggio, sottolineano la precarietà nella quale si trovò la Sacra Famiglia in quella notte di Betlemme». Non solo piazza San Pietro però per la rappresentazione della natività: «Anche il presepe artistico di Conegliano, collocato nell’Aula Paolo VI, aiuterà a contemplare l’umile grotta dove nacque il Salvatore», ha evidenziato il pontefice.

Da ultimo, un accenno alla lettera apostolica sul presepe firmata pochi giorni fa a Greccio, dove san Francesco fece il primo presepe: un «segno semplice e mirabile della nostra fede», lo ha definito Francesco, che «non va perduto, anzi, è bello che sia tramandato, dai genitori ai figli, dai nonni ai nipoti». Nelle parole del Papa, si tratta di «una maniera genuina di comunicare il Vangelo, in un mondo che a volte sembra avere paura di ricordare che cos’è veramente il Natale, e cancella i segni cristiani per mantenere solo quelli di un immaginario banale, commerciale».

6 dicembre 2019