Il Ponte di Ferro avvolto dalle fiamme

L'incendio divampato nella notte tra 2 e 3 ottobre, partito probabilmente dagli accampamenti sottostanti. La struttura dichiarata inagibile. Traffico deviato su viale Ostiense, viale Marconi e via Ettore Rolli. Al momento si esclude l'eventualità di un incendio doloso

Un gigante ferito, un simbolo della Capitale parzialmente crollato e adagiato nel Tevere. Così appare il Ponte dell’Industria, che collega i quartieri Ostiense e Marconi, all’indomani del devastante rogo che lo ha reso inagibile e che da oggi metterà a dura prova la viabilità del quadrante sud di Roma. Erano circa le 23 di sabato 2 ottobre quando ai centralini dei vigili del fuoco sono arrivate le prime richieste di intervento e contemporaneamente è partito il tam tam social con fotografie e video postati da chi si trovava in zona, soprattutto giovani che affollavano i locali della movida all’ombra del Gazometro.

L’immagine del Ponte di Ferro, come lo chiamano i romani, avvolto dalle fiamme è stata ripresa da varie angolature e in tanti hanno immortalato anche il crollo della passerella laterale finita nel Tevere. Dai rilievi, effettuati durante tutta la giornata di ieri dai carabinieri e dai vigili del fuoco, sembrerebbe che il rogo sia partito dagli accampamenti dei senza fissa dimora che stazionano sotto il ponte, forse innescato dalle bombole di gas. Nessuno è rimasto ferito. Le sterpaglie sulla sponda del lungotevere hanno alimentato le fiamme che in pochi minuti hanno avvolto il ponte costruito tra il 1862 e il 1863 per collegare la linea ferroviaria di Civitavecchia alla stazione centrale di Termini. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti anche il corto circuito della rete elettrica. Al momento si esclude l’eventualità di un incendio doloso.

Il fuoco ha distrutto anche i cavi elettrici posizionati sotto il ponte provocando un blackout in zona. Solo nel pomeriggio di ieri, 3 ottobre, è stato possibile riattivare i servizi di energia elettrica e gas. Per la riapertura del ponte, invece, ci vorranno settimane se non mesi. Lungo 131 metri e largo 7,25 metri, è stato costruito da una società belga ed è composto da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni costituiti da tubi di ghisa riempiti di calcestruzzo. La struttura portante avrebbe retto ma i danni sono comunque ingenti e saranno quantificati dai tecnici nelle prossime ore. Al momento è stato dichiarato inagibile ed è stata interdetta la viabilità, chiusa la pista ciclabile sottostante e bloccata anche la navigazione delle imbarcazioni nel tratto di Tevere che scorre sotto la struttura. Si prevedono pesantissime ripercussioni sul traffico che sarà deviato su viale Ostiense, viale Marconi e via Ettore Rolli.

Il silenzio elettorale, che da venerdì notte decretava lo stop alle dichiarazioni politiche in occasione delle elezioni, è stato rotto con comunicazioni giunte dai vari schieramenti anche attraverso i social. «Aspettiamo l’esito delle indagini. Io non mollo, amo Roma» ha dichiarato il sindaco di Roma Virginia Raggi. Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha affidato il suo commento a Twitter dove ha scritto che la Capitale è «nel degrado grazie alla giunta Raggi». Per Maurizio Gasparri «l’incendio del Ponte dell’Industria rappresenta l’ultimo capitolo del disastro e dell’abbandono di Roma nell’era Raggi», ha scritto su Facebook. Sul social network creato da Mark Zuckerberg anche il post di Giuseppe Conte, che prendendo le difese del sindaco Raggi si rivolge direttamente alla leader di Fratelli d’Italia chiedendole, tra l’altro, se non «sia strumentale portare gratuiti attacchi in questo particolare momento».

4 ottobre 2021