Il pellegrinaggio del clero romano in Turchia

Dal 2 al 7 aprile i sacerdoti romani, accompagnati dal vicario De Donatis, nei luoghi della Chiesa delle origini. La tappa a Istanbul e l’incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I

«Un’importante occasione di fraternità per il clero della diocesi del Papa, nell’ambito della quale vivremo l’incontro con la chiesa delle origini, rappresentata dalla comunità di Efeso e dalla vicenda di san Paolo, e con il patriarca ecumenico di Costantinopoli nel segno della Chiesa di Roma come Chiesa sorella». Monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, sceglie queste parole per presentare il pellegrinaggio organizzato dall’Orp in Turchia dal 2 al 7 aprile, riservato ai sacerdoti di Roma. Con loro, il vescovo Daniele Libanori. A presiedere, il vicario del Papa per la diocesi di Roma Angelo De Donatis. Guida lo stesso monsignor Chiavarini.

Il pellegrinaggio, realizzato grazie alla collaborazione del ministero della Cultura e del turismo della Repubblica di Turchia, inizierà il Lunedì dell’Angelo con la visita al Palazzo TopKapi e la celebrazione della Messa nella Cattedrale dello Spirito Santo; martedì 3 aprile è in programma la tappa a Istanbul e quindi al Patriarcato ecumenico. Un incontro tra le Chiese sorelle nel quale risuona l’eco delle parole del patriarca Atenagora nell’accogliere Paolo Vi nella chiesa di San Giorgio, riproposte da Francesco in un messaggio a Bartolomeo: «Uniamo insieme ciò che è stato diviso, ovunque ciò sia possibile, con le azioni in cui sono coinvolte entrambe le Chiese, dando ulteriore forza alle questioni di fede e disciplina canonica che abbiamo in comune. Conduciamo il dialogo teologico secondo il principio di piena comunità nei fondamenti della fede, libertà sia nel pensiero teologico, dove questo è pio ed edificante e ispirato dal corpo principale dei Padri, e nella varietà dei costumi locali, come fu favorito dalla Chiesa sin dall’inizio».

Nel pomeriggio del 3 aprile si prosegue con la visita alla chiesa bizantina di San Salvatore in Chora, a cui farà seguito la celebrazione della Messa nella chiesa di Sant’Antonio. La visita della città verrà completata il giorno successivo, mercoledì 4 aprile, con la visita della Moschea Blu, di Santa Sofia, l’Ippodromo, la Cisterna sotterranea, il Gran Bazaar e il mercato delle spezie. Giovedì 5 aprile poi partenza per Smirne e visita a Efeso, già luogo sacro nell’antichità pagana per la presenza del Tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo antico, oggi memoria del Concilio omonimo che proclamò la divina maternità di Maria. Verranno visitati la biblioteca di Celso, il teatro, il tempio di Adriano, la basilica del Concilio. A Efeso, i sacerdoti faranno visita alla basilica di San Giovanni dove verrà celebrata la Messa e saliranno alla collina degli Usignoli, dove si trova il santuario della “Casa della Madonna”, luogo sacro per il cristianesimo, ritenuta l’abitazione in cui concluse la sua vita terrena la madre di Cristo.

Il giorno successivo, il 6 aprile, il pellegrinaggio raggiungerà Pergamo, l’antica città citata nell’Apocalisse di Giovanni come una delle sette Chiese dell’Asia Minore; quindi, dopo aver visitato l’acropoli, i sacerdoti proseguiranno per i siti di Thyatira, Sardi e Filadelfia, altre Chiese menzionate nell’Apocalisse. La Messa sarà celebrata a Smirne presso la Chiesa di San Policarpo, discepolo dell’apostolo Giovanni e ultimo testimone dell’epoca apostolica, che vide il passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che andava sotto scorta a Roma dove avrebbe subito il martirio. «Sarà un pellegrinaggio nel segno della Chiesa indivisa dei primi secoli», conclude monsignor Chiavarini.

27 marzo 2018