Il Papa: «Urgente» avere cura di chi «ha fame di cibo e dignità»

All’Altare della Cattedra la celebrazione nella solennità del Corpus Domini. Il monito: «Serve una vicinanza reale, servono catene di solidarietà»

L’Eucaristia non è un ricordo ma un fatto concreto che rende i cristiani «portatori di gioia», spronandoli ad essere «mani per sfamare il prossimo». In questo tempo di pandemia è «urgente» avere cura di chi «ha fame di cibo e di dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti». È imperativo farlo «in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà». Indica l’altare, Papa Francesco, mentre pronuncia queste parole nella solennità del Corpus Domini. Una festa che ieri, 14 giugno, è stata celebrata con una Messa all’Altare della Cattedra nella basilica di San Pietro, alla presenza di una cinquantina di fedeli, del cardinale Angelo Comastri e di monsignor Vittorio Lanzani, rispettivamente arciprete e delegato della basilica. Le misure di prevenzione per la gestione dell’emergenza sanitaria infatti hanno impedito al vescovo di Roma di celebrare il Corpus Domini tra la gente come accaduto negli ultimi due anni con le Messe e le processioni a Ostia nel 2018 e a Casal Bertone lo scorso anno. «Serve una vicinanza reale – ha ammonito Bergoglio -, servono vere e proprie catene di solidarietà».

La solennità si festeggia il giovedì dopo la Santissima Trinità anche se in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, è stata spostata alla domenica successiva. È stata istituita nel 1246 ed estesa a tutta la Chiesa da Papa Urbano IV nel 1264, l’anno successivo al miracolo eucaristico di Bolsena. Perno della liturgia, la “memoria” a partire dall’invito rivolto da Mosè al popolo di Israele di ricordare l’azione di Dio, fino al brano del Vangelo di Giovanni dedicato al Pane di vita. Il Signore, ha spiegato Papa Francesco, ha lasciato un memoriale in grado di guarire le ferite e ribaltare una vita. È la Messa, «il tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita», da accompagnare con «l’adorazione, che fa bene e guarisce dentro. Soprattutto ora, ne abbiamo veramente bisogno», ha rimarcato Francesco che, come fatto durante il lockdown con le celebrazioni da Casa Santa Marta, ha concluso la Messa con l’adorazione e la benedizione eucaristica.

messa corpus domini, papa francesco, 14 giugno 2020L’Eucaristia, ha detto Francesco durante l’omelia, guarisce la memoria orfana, quella negativa e quella chiusa. Spegne «la fame di cose e accende il desiderio di servire». Questa è un’epoca di «tanta orfanezza» in cui molti soffrono a causa di «delusioni cocenti, ricevute da chi avrebbe dovuto dare amore e invece ha reso orfano il cuore – le parole del Papa -. L’Eucaristia ci porta l’amore fedele del Padre, che risana la nostra orfanezza». Gesù sana anche la negatività del cuore umano, la quale insinua «la triste idea che non siamo buoni a nulla, che facciamo solo errori, che siamo “sbagliati”». Il Signore, rassicura Bergoglio, guarisce con l’Eucaristia che «contiene gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività» e rende immuni dalla tristezza. Infine, guarisce la memoria chiusa. «Le ferite che ci teniamo dentro non creano problemi solo a noi ma anche agli altri – ha concluso il Papa -. Ci rendono paurosi e sospettosi: all’inizio chiusi, alla lunga cinici e indifferenti. Nella disarmante fragilità dell’Ostia, Gesù rompe i gusci dei nostri egoismi».

15 giugno 2020