Il Papa: «Sulla guerra vinca la pace»
L’omaggio all’Immacolata in piazza di Spagna dopo due anni di stop per la pandemia. L’appello per l’Ucraina e l’affidamento alla Madonna dei ragazzi «che più hanno risentito della pandemia, perché piano piano riprendano a spiegare le loro ali e ritrovino il gusto di volare in alto»
Le lacrime del Papa e il saluto in carrozzina ai malati in carrozzina. L’atto di venerazione di Francesco alla statua di Maria in piazza Mignanelli nel giorno dell’Immacolata è stato, se possibile, più intenso e commovente che nel passato. Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, per evitare assembramenti, il S. Padre si era recato all’alba ai piedi della Madonna. Questa volta dell’omaggio a Maria rimangono negli occhi e nel cuore dei fedeli assiepati dietro le transenne due immagini potenti, che riassumono la disarmante fragilità di un Pontefice che si affida e affida il mondo intero alla Madre celeste perché si faccia carico di un’umanità dolente.
Il Santo Padre è arrivato alle 15.46, in anticipo rispetto all’orario previsto, dopo una sosta a S. Maria Maggiore per pregare davanti all’icona della Salus Populi Romani a lui così cara. Ad accoglierlo il cardinale vicario della diocesi di Roma, Angelo De Donatis, e il sindaco Roberto Gualtieri, con cui, prima di tornare in Vaticano, si è intrattenuto in un breve colloquio. Francesco ha rivolto alla Madonna una preghiera composta per l’occasione. “Dopo due anni nei quali sono venuto a renderti omaggio da solo sul far del giorno, oggi ritorno a te insieme alla gente di questa Chiesa e di questa Città. E ti porto i ringraziamenti e le suppliche di tutti i tuoi figli, vicini e lontani. Tu, dal Cielo in cui Dio ti ha accolta, vedi le cose della terra molto meglio di noi; ma come Madre ascolti le nostre invocazioni per presentarle al tuo Figlio, al suo Cuore pieno di misericordia” ha detto il Papa.
E cosa ha portato all’Immacolata? Non tanto i tradizionali fiori, come tantissimi enti e associazioni fanno ogni anno, ma un piccolo, grande fagotto pieno della gratitudine, dei sentimenti, delle preoccupazioni che fanno parte della vita di ciascuno. Ti porto, ha detto il Papa rivolto alla Madonna, “l’amore filiale di innumerevoli uomini e donne, non solo cristiani, che nutrono per te la più grande riconoscenza”. E “i sorrisi dei bambini, che imparano il tuo nome davanti a una tua immagine, in braccio alle mamme e alle nonne, e cominciano a conoscere che hanno anche una Mamma in Cielo”. E ancora “la gratitudine degli anziani e dei vecchi: un grazie che fa tutt’uno con la loro vita, tessuto di ricordi, di gioie e dolori, di traguardi che loro sanno bene di aver raggiunto con il tuo aiuto, tenendo la loro mano nella tua”.
«Ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica a far quadrare i bilanci di casa, e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti. In particolare, ti affido le giovani coppie, perché guardando a te e a San Giuseppe vadano incontro alla vita con coraggio confidando nella Provvidenza di Dio”. Il Papa ha deposto nelle mani della Madonna “i sogni e le ansie dei giovani, aperti al futuro ma frenati da una cultura ricca di cose e povera di valori, satura di informazioni e carente nell’educare, suadente nell’illudere e spietata nel deludere”. In particolare, il Papa ha raccomandato “i ragazzi che più hanno risentito della pandemia, perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali e ritrovino il gusto di volare in alto”.
Poi il Santo Padre si è visibilmente commosso fino alle lacrime, accompagnato dagli applausi dei fedeli, quando ha fatto riferimento al dramma della guerra in Ucraina: «Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata. Ma in realtà noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio». Infine, il Papa ha concluso la sua supplica piena di filiale fiducia: «Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace».
Dopo la preghiera, il Pontefice ha salutato l’ambasciatrice di Spagna presso la Santa Sede, Maria Isabel Celaà, l’ex prefetto di Propaganda Fide, cardinale Tagle, e ha attraversato a piedi la piazza per recarsi a salutare i giornalisti presenti. Quindi c’è stato un secondo momento indimenticabile: il Papa si è seduto su una sedia a rotelle ed è andato a salutare uno per uno i malati che si trovavano in carrozzina lungo il perimetro della piazza, accompagnati dai volontari dell’Unitalsi. Un’immagine forte, perché se è vero che Francesco ha sempre voluto incontrare i malati in questa occasione, averlo fatto nelle loro stesse condizioni ha rappresentato un modo di dimostrare quanto sia grande la sua vicinanza e la sua partecipazione alla sofferenza degli altri.
9 dicembre 2022