Il Papa scrive ai G20: «Stop a tutte le inutili stragi»

L’accorato appello di Francesco ai leader mondiali riuniti ad Amburgo: «Dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti e agli esclusi»

L’accorato appello di Francesco ai leader mondiali riuniti ad Amburgo: «Dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti e agli esclusi» 

«Nei cuori e nelle menti dei governanti e in ognuna delle fasi d’attuazione delle misure politiche c’è bisogno di dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti, agli sfollati e agli esclusi, senza distinzione di nazione, razza, religione o cultura, e di rigettare i conflitti armati». È l’accorato appello di Papa Francesco ai leader mondiali riuniti oggi e domani ad Amburgo per il Vertice G20. In un messaggio scritto alla Cancelliera Angela Merkel, il Papa ricorda i 4 principi contenuti nell’Esortazione “Evangelii Gaudium” per «la costruzione di società fraterne, giuste e pacifiche: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; e il tutto è superiore alle parti».

Riguardo al primo principio, il Papa scrive: «La gravità, la complessità e l’interconnessione delle problematiche mondiali sono tali che non esistono soluzioni immediate e del tutto soddisfacenti» ma – aggiunge – è possibile «mettere in moto processi che siano capaci di offrire soluzioni progressive e non traumatiche e di condurre, in tempi relativamente brevi, ad una libera circolazione e alla stabilità delle persone che siano vantaggiosi per tutti». «A questo punto – si legge nel messaggio -, non posso mancare di rivolgere ai Capi di Stato e di Governo del G20 e a tutta la comunità mondiale un accorato appello per la tragica situazione del Sud Sudan, del bacino del Lago Ciad, del Corno d’Africa e dello Yemen, dove ci sono 30 milioni di persone che non hanno cibo e acqua per sopravvivere. L’impegno per venire urgentemente incontro a queste situazioni e dare un immediato sostegno a quelle popolazioni sarà un segno della serietà e sincerità dell’impegno a medio termine per riformare l’economia mondiale e una garanzia del suo efficace sviluppo».

«La storia dell’umanità, anche oggi, ci presenta un vasto panorama di conflitti attuali o potenziali. La guerra, tuttavia, non è mai una soluzione. Nella prossimità del centenario della Lettera di Benedetto XV Ai Capi dei Popoli Belligeranti, mi sento obbligato a chiedere al mondo di porre fine a tutte queste inutili stragi». È l’altro passaggio forte contenuto nel messaggio di Francesco. «Lo scopo del G20 e di altri simili incontri annuali – scrive il Papa – è quello di risolvere in pace le differenze economiche e di trovare regole finanziarie e commerciali comuni che consentano lo sviluppo integrale di tutti, per raggiungere l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile».

«Tuttavia – aggiunge -, ciò non sarà possibile se tutte le parti non si impegnano a ridurre sostanzialmente i livelli di conflittualità, a fermare l’attuale corsa agli armamenti e a rinunciare a coinvolgersi direttamente o indirettamente nei conflitti, come pure se non si accetta di discutere in modo sincero e trasparente tutte le divergenze. È una tragica contraddizione e incoerenza l’apparente unità in fori comuni a scopo economico o sociale e la voluta o accettata persistenza di confronti bellici».

«Il tutto è superiore alle parti. I problemi
– scrive il Papa – vanno risolti in concreto e dando tutta la dovuta attenzione alle loro peculiarità, ma le soluzioni, per essere durature, non possono non avere una visione più ampia e devono considerare le ripercussioni su tutti i Paesi e tutti i loro cittadini, nonché rispettare i loro pareri e le loro opinioni». Per avvalorare la tesi, il Papa invita a pensare che i vertici del G20 si limitano a riunire attorno ad un tavolo un «ridotto numero di Paesi che rappresentano il 90% della produzione mondiale di beni e di servizi».

E aggiunge: «Coloro – Stati e persone – la cui voce ha meno forza sulla scena politica mondiale sono precisamente quelli che soffrono di più gli effetti perniciosi delle crisi economiche per le quali hanno ben poca o nessuna responsabilità. Allo stesso tempo, questa grande maggioranza che in termini economici rappresenta solo il 10% del totale, è quella parte dell’umanità che avrebbe il maggiore potenziale per contribuire al progresso di tutti”. Da qui l’invito a “continuare a promuovere il multilateralismo, affinché le soluzioni siano veramente universali e durature, a beneficio di tutti».

7 luglio 2017