Iniziati ieri sera, 1° marzo, senza Papa Francesco gli Esercizi spirituali della curia romana, che si svolgono come ogni anno ad Ariccia. «Purtroppo il raffreddore mi costringe a non partecipare, quest’anno», aveva detto in mattinata, al termine della preghiera dell’Angelus, ai fedeli riuniti in piazza San Pietro, chiedendo loro comunque «un ricordo nella preghiera» per il ciclo di Esercizi predicati dal gesuita Pietro Bovati, segretario della Pontificia Commissione Biblica.  «Seguirò da qui le meditazioni – ha assicurato il pontefice -. Mi unisco spiritualmente alla curia e a tutte le persone che stanno vivendo momenti di preghiera, facendo gli Esercizi spirituali a casa».

Nelle parole del Papa l’augurio rivolto a tutti «che il cammino quaresimale, da poco iniziato, sia ricco di frutti di Spirito e ricco di opere di bene». E insieme a questo augurio, dopo la recita dell’Angelus, anche l’ennesimo sguardo del pontefice alle cronache di questi giorni. «Sono un po’ rattristato – ha confessato – per le notizie che arrivano di tanti sfollati, tanti uomini, donne, bambini cacciati via a causa della guerra, tanti migranti che chiedono rifugio nel mondo, e aiuto. In questi giorni, la cosa è diventata molto forte. Preghiamo per loro».

Il riferimento è alla nuova ondata di almeno 2mila persone, tra cui molte donne e bambini, arrivate da Istanbul alla frontiera tra Turchia e Grecia, dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l’apertura del confine tra Turchia e Grecia e Bulgaria la notte tra il 27 e il 28 febbraio scorso, e ai tanti migranti bloccati in Grecia. Stando alle informazioni del capo della comunicazione della presidenza turca Fahrettin Altun, al momento sono 80.888 le persone che hanno attraversato il confine con l’Unione europea.

2 marzo 2020