Il Papa: «Roma affamata d’amore, soffre di degrado»

Francesco celebra la Messa del Corpus Domini a Casal Bertone e torna a denunciare i mali della città con «anziani soli e famiglie in difficoltà». Processione con De Donatis

Roma è una città «affamata di amore e di cura, che soffre di degrado e abbandono». La denuncia è arrivata da Papa Francesco che per il secondo anno consecutivo ha scelto una parrocchia di periferia per celebrare la Messa in occasione del Corpus Domini. Dal sagrato della parrocchia di Santa Maria in Consolatrice, a Casal Bertone, Bergoglio ha rivolto il suo pensiero nella celebrazione di ieri, domenica 23 giugno, ai tanti anziani lasciati soli nella Capitale, «alle famiglie in difficoltà, ai giovani che stentano a guadagnarsi il pane e ad alimentare i sogni».

I cittadini del quartiere hanno atteso Francesco, il quarto Papa a recarsi a Casal Bertone dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, fin dalle prime ore del pomeriggio nonostante il gran caldo. Tantissime le persone dietro le transenne che hanno potuto vedere il Papa attraverso i maxischermi, mentre seduti in prima fila c’erano i bambini con indosso gli abitini bianchi della prima comunione, gli anziani e gli ammalati. Molti hanno preferito seguire la celebrazione affacciati dalle finestre dei palazzi circostanti dove erano esposte numerose bandiere bianche e gialle del Vaticano per dare il benvenuto al Pontefice.

Dal luogo che nel marzo del 1944, durante la seconda guerra mondiale, venne colpito dai massicci bombardamenti alleati, il Papa invita a mettersi in gioco per aiutare il prossimo, ad essere altruisti ricordandosi sempre che non si è soli, l’Eucaristia, il Pane del cammino, il Pane di Gesù «sprigiona la forza dell’amore». Il Corpo di Cristo è l’antidoto migliore contro una cultura che spinge a voltarsi dall’altra parte, ha spiegato Francesco, invoglia a «dare noi stessi agli altri».

Corpus Domini 2019 con Papa FrancescoDurante l’omelia ha consegnato alla meditazione dei fedeli due verbi: “dire”, che si lega con “benedire”, cioè “dire bene”, e “dare”. Si è soffermato sull’esigenza che si avverte oggi di parlar bene del prossimo specie in una società in cui «chi grida di più e più forte, chi è più arrabbiato sembra avere ragione e raccoglie consensi». L’Eucarestia, ha rimarcato, è «una scuola di benedizione» ed è per questo che è ancor più «triste vedere con quanta facilità si maledice, si disprezza, si insulta. Presi da troppa frenesia, non ci si contiene e si sfoga rabbia su tutto e tutti».

L’appello di Francesco è quello di non lasciarsi «contagiare dall’arroganza e invadere dall’amarezza». Ai numerosi sacerdoti della XIV prefettura, seduti ai lati dell’altare, ha rivolto l’esortazione a non temere di benedire il popolo di Dio perché «il Signore desidera dire bene del suo popolo, è contento di far sentire il suo affetto».

Il secondo verbo scelto da Bergoglio è “dare”, che gli ha offerto l’occasione per riflettere sulla necessità di condividere quanto si possiede. «Dare è il verbo di Gesù», ha detto, che contrasta fortemente con la tendenza all’avere e a trattenere tutto per sé. «Nel mondo sempre si cerca di aumentare i guadagni, di far lievitare i fatturati – ha aggiunto -. Sì, ma qual è il fine? È il dare o l’avere? Il condividere o l’accumulare? L’“economia” del Vangelo moltiplica condividendo, nutre distribuendo, non soddisfa la voracità di pochi, ma dà vita al mondo».

Processione Corpus Domini 2019 con De DonatisAl termine della celebrazione il cardinale vicario Angelo De Donatis ha guidato la processione con il Santissimo Sacramento alla quale hanno partecipato, tra gli altri, i vescovi ausiliari di Roma. Animata da letture e canti, l’affollata processione si è snodata per le vie del quartiere fino al campo sportivo “Roma 6” adiacente a Casa Serena, struttura di accoglienza per senza dimora gestita dai Missionari della Carità di padre Sebastian Vazhakala, che fu amico di Madre Teresa di Calcutta. Qui il Papa ha raggiunto i fedeli in auto e ha impartito la benedizione eucaristica.

24 giugno 2019