Il Papa: «Riportare nel mondo l’aroma buono e fresco del pane»

Celebrata nella basilica lateranense la Messa nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Da Francesco l’invito a «continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi quello che l’odio distrugge». Le dimensioni del mistero eucaristico

Davanti alla desolazione che attanaglia il mondo, è necessario più che mai rimettere al centro l’Eucaristia, il pane di vita simbolo dell’amore di Dio. «Vediamo ogni giorno troppe strade, forse una volta odorose di pane sfornato, ridursi a cumuli di macerie a causa della guerra, dell’egoismo e dell’indifferenza. È urgente riportare nel mondo l’aroma buono e fresco del pane dell’amore, per continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi quello che l’odio distrugge». La sollecitazione a riorientare la propria vita con l’Eucaristia per edificare un mondo più giusto e solidale è arrivata ieri sera, 2 giugno, da Papa Francesco, che ha presieduto la Messa per la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo nella basilica di San Giovanni in Laterano. Ha anche esortato a riflettere sul concetto di libertà e sul suo significato autentico, contrapponendo quella egoistica a quella che invece si dona.

(foto: diocesi di Roma/Gennari)

«C’è chi dice che è libero chi pensa solo a sé stesso – le parole del pontefice -, chi si gode la vita e chi, con menefreghismo e magari con prepotenza, fa tutto quello che vuole a dispetto degli altri. Questa non è libertà: questa è una schiavitù nascosta, una schiavitù che ci rende più schiavi ancora. La libertà non si incontra nelle casseforti di chi accumula per sé, né sui divani di chi pigramente si adagia nel disimpegno e nell’individualismo: la libertà si incontra nel cenacolo dove, senza alcun altro motivo che l’amore, ci si china davanti ai fratelli per offrire loro il proprio servizio, la propria vita».

Tanti i fedeli, provenienti da varie parrocchie romane, che hanno partecipato alla liturgia. Oltre a quelli presenti all’interno della basilica, insieme alle confraternite, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, molti hanno seguito la celebrazione dai due maxischermi installati sul sagrato. Celebrante all’altare il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede; tra i partecipanti anche 13 cardinali della Curia romana e i vescovi ausiliari di Roma. Partendo dal gesto di Gesù durante l’Ultima cena, quando «prese il pane e recitò la benedizione», il vescovo di Roma ha riflettuto sulle tre dimensioni del mistero eucaristico: il ringraziamento, la memoria e la presenza.

Bergoglio ha ricordato che l’Eucaristia ci educa «a benedire, ad accogliere e baciare, in rendimento di grazie, i doni di Dio». Un modo concreto per mettere in pratica questo insegnamento è evitare di sprecare «i talenti che il Signore ci ha dato». Inoltre ci insegna la misericordia, a perdonare e rialzare «chi sbaglia e cade per debolezza o per errore». Anche nel lavoro quotidiano è possibile vivere l’Eucaristia «svolgendo il proprio lavoro con amore, precisione, cura, come un dono e una missione». In ogni Messa si rinnova il sacrificio di Cristo, la sua Passione, morte e resurrezione. L’Eucarestia, ha proseguito Francesco dall’altare papale, è quindi anche «fare memoria della nostra vita, dei nostri successi, dei nostri sbagli, di quella mano tesa del Signore che sempre ci aiuta a sollevarci». Infine, il mistero dell’Eucaristia racchiude in sé la presenza reale di Cristo. «Ci parla di un Dio che non è lontano, che non è geloso, ma vicino e solidale con l’uomo, che non ci abbandona ma ci cerca, ci aspetta e ci accompagna, sempre, al punto da mettersi, indifeso, nelle nostre mani».

Al termine della celebrazione si è svolta la processione del Corpus Domini che, ha precisato Bergoglio, non è fatta «per metterci in mostra, e neanche per ostentare la nostra fede, ma per invitare tutti a partecipare, nel Pane dell’Eucaristia, alla vita nuova che Gesù ci ha donato». Percorrendo via Merulana, i cui palazzi per l’occasione erano stati ornati con drappi ricamati con frasi evangeliche e immagini sacre, il lungo corteo, guidato dai vescovi ausiliari della diocesi, ha raggiunto la basilica di Santa Maria Maggiore. Famiglie, turisti, piccole comitive attendevano sui marciapiedi il passaggio del Santissimo Sacramento sorretto dal vicegerente Baldo Reina. Tanti i fedeli presenti anche a Santa Maria Maggiore per ricevere la benedizione solenne impartita da Papa Bergoglio.

3 giugno 2024