Il Papa: «Periferie sono priorità»

L’appello all’Angelus a non cedere alla tentazione dello scontro. «Costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica ed inclusiva». Domani il sindaco incontra i cittadini di Tor Sapienza, dopo le contestazioni di venerdì

«Non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. E’ possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme»: è il monito rivolto dal Papa ieri, domenica 16 novembre, dopo la preghiera dell’Angelus, in merito ai fatti accaduti nei giorni scorsi a Tor Sapienza.

«In questi giorni a Roma – ha detto Francesco – ci sono state tensioni piuttosto forti tra residenti e immigrati. Sono fatti che accadono in diverse città europee, specialmente in quartieri periferici segnati da altri disagi. Invito le istituzioni, di tutti i livelli, ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un’emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare sempre di più. La comunità cristiana si impegna in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro. Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. È possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo – ha concluso – superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica ed inclusiva».

Intanto, sempre a proposito dei fatti di Tor Sapienza, domani alle 9 il sindaco Ignazio Marino e una delegazione composta da rappresentanti dei residenti e dei comitati di quartiere torneranno a incontrarsi. Obiettivo, informa una nota del Campidoglio, «lavorare su dei progetti condivisi per il quartiere».

Un incontro che arriva dopo la visita compiuta nel quartiere venerdì scorso dal primo cittadino, oggetto di dure contestazioni da parte dei residenti. “Buffone!”, “Hai rovinato Roma”, “Paga le multe!” gli hanno urlato in tanti, in un contesto dove ormai prevale la rabbia e l’esasperazione.

Il terreno di scontro si è però spostato all’Infernetto, dove sono stati trasferiti i minori ospitati nel centro di accoglienza di via Morandi, collocati in una struttura vicina a un centro per malati di Alzheimer. L’arrivo degli immigrati ha provocato le proteste dei residenti. Pronto, questa volta, l’intervento del sindaco Marino e del vicesindaco Nieri, che hanno verificato le condizioni dei ragazzi e si sono confrontati con i cittadini.

«Per quanto riguarda i ragazzi, li abbiamo trovati ancora molto scossi e li abbiamo rassicurati, spiegandogli che a Roma non devono temere per la loro vita. È dovere delle istituzioni prendersi cura di loro, hanno alle spalle storie terribili – dichiara il vicesindaco di Roma Capitale Luigi Nieri -. I ragazzi ci hanno raccontato che, per raggiungere il nostro Paese e scappare dalla disperazione, sono stati fino a 15 giorni in mare, con l’acqua razionata a mezzo bicchiere al giorno. Sono storie che addolorano e che vanno portate alla luce. C’è bisogno di conoscerle per ritrovare il senso e la misura del dramma di questi che sono poco più che bambini. Molti di loro frequentano le scuole medie e ci hanno manifestato la volontà di avvicinarsi agli istituti che frequentavano fino alla scorsa settimana, lontanissime dall’Infernetto. La loro sistemazione attuale non può che essere provvisoria». Sulle criticità del quartiere, Nieri afferma: «Ci siamo impegnati ad affrontarle con i cittadini, in un clima di collaborazione costruttiva».

 

17 novembre 2014