Il Papa: «Non dimentichiamo il popolo ucraino»

Ennesimo appello di Francesco durante l’Angelus domenicale. Un pensiero anche a suor Luisa Dell’Orto: «ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio»

«Vedo che ci sono bandiere dell’Ucraina. Lì, in Ucraina, continuano i bombardamenti, che causano morti, distruzione e sofferenze per la popolazione. Per favore, non dimentichiamo questo popolo afflitto dalla guerra. Non dimentichiamolo nel cuore e con le nostre preghiere». Le parole con cui ha concluso l’appuntamento domenicale dell’Angelus sono l’ennesimo intervento (ormai oltre 60 dall’inizio della guerra) di Papa Francesco a favore del popolo ucraino e della fine della guerra. Il Santo Padre ha rinnovato il suo invito a pregare perché si trovi presto una soluzione pacifica che metta fine alla sofferenza di milioni di persone.

Ma Francesco ha rivolto il suo pensiero anche all’Ecuador, dove dal 14 giugno sono in corso violenti scontri a causa dell’aumento del costo della vita e in particolare del carburante. Violenze che hanno già causato almeno quattro vittime, l’ultima nel corso di un tentativo di assaltare il parlamento. «Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Ecuador – ha detto il Pontefice -. Sono vicino a quel popolo e incoraggio tutte le parti ad abbandonare la violenza e le posizioni estreme. Impariamo: solo con il dialogo si potrà trovare, spero presto, la pace sociale, con particolare attenzione alle popolazioni emarginate e ai più poveri, ma sempre rispettando i diritti di tutti e le istituzioni del Paese».

Il Papa ha anche avuto un pensiero per suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa sabato a Port-au-Prince, capitale di Haiti. «Da vent’anni suor Luisa viveva là, dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli, perché possano avere un futuro più sereno, senza miseria e senza violenza. Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio».

Commentando il Vangelo della domenica, il Bergoglio ha riflettuto sulla «ferma decisione» di Gesù di mettersi in cammino verso Gerusalemme e la sua Passione. «È la stessa decisione che noi dobbiamo prendere, se vogliamo essere discepoli di Gesù. In che cosa consiste questa decisione? Perché noi dobbiamo essere discepoli di Gesù sul serio, con vera decisione, non – come diceva una vecchietta che ho conosciuto – “cristiani all’acqua di rose”. No! Cristiani decisi». Lo ha spiegato parlando del successivo passo evangelico, in cui Giovanni e Giacomo volevano distruggere un villaggio di samaritani. «Gesù non soltanto non accetta la proposta, ma rimprovera i due fratelli – le parole del vescovo di Roma -. Essi vogliono coinvolgerlo nel loro desiderio di vendetta e Lui non ci sta. Il “fuoco” che Lui è venuto a portare sulla terra è un altro, è l’Amore misericordioso del Padre. E per far crescere questo fuoco ci vuole pazienza, costanza, spirito penitenziale. Giacomo e Giovanni invece si lasciano prendere dall’ira. E questo capita anche a noi, quando, pur facendo del bene, magari con sacrificio, anziché accoglienza troviamo una porta chiusa».

Gesù percorre un’altra via, che «implica calma, pazienza, longanimità, senza tuttavia minimamente allentare l’impegno nel fare il bene – ha proseguito Francesco -. Lasciarsi prendere dalla rabbia nelle contrarietà è facile, è istintivo. Ciò che è difficile invece è dominarsi». Il Papa ha concluso invitando a un esame di coscienza. «A che punto siamo noi? – ha chiesto ai fedeli presenti in piazza -. Davanti alle contrarietà, alle incomprensioni, ci rivolgiamo al Signore, gli chiediamo la sua fermezza nel fare il bene? Oppure cerchiamo conferme negli applausi, finendo per essere aspri e rancorosi quando non li sentiamo? Quante volte, più o meno consapevolmente, cerchiamo gli applausi, l’approvazione altrui? Facciamo quella cosa per gli applausi? No, non va. Dobbiamo fare il bene per il servizio e non cercare gli applausi”. Chiediamo a Gesù “la forza di essere come Lui, di seguirlo con ferma decisione in questa strada di servizio».

27 giugno 2022