Il Papa: «La riconciliazione tra i cristiani, dono gratuito di Dio»

Celebrati nella basilica di San Paolo i vespri a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità. L’invito: «Riconoscere i doni gli uni degli altri»

Celebrati nella basilica di San Paolo i vespri a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità. L’invito: «Riconoscere i doni gli uni degli altri»

«Guardare indietro è d’aiuto e quanto mai necessario per purificare la memoria, ma fissarsi sul passato, attardandosi a ricordare i torti subiti e fatti, può paralizzare e impedire di vivere il presente». È il monito di Papa Francesco pronunciato durante i vespri della solennità della Conversione di san Paolo apostolo, ieri, mercoledì 25 gennaio, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Un momento di preghiera al quale hanno partecipato esponenti di altre confessioni cristiane, tra cui copti, armeni, greci, ortodossi, anglicani e luterani. Al Fianco di Francesco, il metropolita Gennadios Zervos, rappresentante del Patriarcato ecumenico, David Moxon, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede e il pastore luterano Jens-Martin Kruse. L’unione anche nella musica, eseguita dalla Cappella musicale «Sistina» insieme con il Coro anglicano di Westminster Abbey.

Il Papa, accompagnato dal cardinale Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha indicato la condizione per giungere a un’autentica riconciliazione: «Riconoscere i doni gli uni degli altri». Così «saremo capaci, con umiltà e docilità, di imparare gli uni dagli altri, senza attendere che siano gli altri a imparare prima da noi», ha sottolineato Francesco, ricordando il «traguardo notevole» della comune commemorazione da parte di cattolici e luterani del cinquecentesimo anniversario della riforma, a Lund, in Svezia. Un evento che in passato «ha diviso i cristiani».

Il tema della Settimana ecumenica, giunta quest’anno alla cinquantesima edizione, è stato “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”, tratto dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinzi. Tema sul quale ieri il Papa ha voluto inviare un messaggio anche attraverso Twitter: «Amo ripetere che l’unità dei cristiani si fa camminando insieme, con l’incontro, la preghiera e l’annuncio del Vangelo». Nell’omelia ha ribadito ancora un altro concetto: «Prima di essere uno sforzo umano di credenti che cercano di superare le loro divisioni», la riconciliazione tra i cristiani «è un dono gratuito di Dio». La nostra preghiera è partecipazione alla preghiera che Gesù ha rivolto al Padre prima della passione perché tutti siano una sola cosa – ha aggiunto Francesco -. Non stanchiamoci mai di chiedere a Dio questo dono».

Il Papa, che ha salutato i rappresentanti delle altre confessioni cristiane presenti, ha concluso la sua omelia affermando che «nella paziente e fiduciosa attesa che il Padre conceda a tutti i credenti il bene della piena comunione visibile, andiamo avanti nel nostro cammino di riconciliazione e di dialogo, incoraggiati dalla testimonianza eroica di tanti fratelli e sorelle, uniti ieri e oggi nel soffrire per il nome di Gesù». Al termine, il cardinale Koch ha rivolto un saluto al Papa, ricordando che «l’amore è il motore di ogni sforzo ecumenico. Il vero amore non cancella le legittime differenze tra le Chiese cristiane ma le conduce insieme, riconciliate, a una più profonda unità». Ultimo atto, la benedizione finale impartita insieme da Francesco, Gennadios e Moxon.

26 gennaio 2017