Il Papa istituisce il ministero del catechista

Presentata la lettera apostolica Antiquum ministerium, disponibile anche in Lis. L'arcivescovo Fisichella: «Permetterà di avere un laicato maggiormente formato e preparato nella trasmissione della fede. Non ci si improvvisa catechisti». L'invito a evitare ogni clericalizzazione

La lettera apostolica con cui Papa Francesco istituisce il ministero di catechista, a un anno dalla pubblicazione del nuovo Direttorio per la catechesi, è stata presentata dal presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella e da monsignor Franz-Peter Tebartz-van Elst, delegato per la Catechesi dello stesso Consiglio. Fisichella, nell’annunciare che la lettera «è disponibile anche nella lingua dei segni Lis, grazie alla Conferenza episcopale italiana», ha lamentato che «soprattutto in America Latina sono state inviate traduzioni che non corrispondono a quella ufficiale e la fretta di pubblicare documenti senza rispettare l’embargo crea sempre grossi problemi nella ricezione esatta di quello che è l’insegnamento del Santo Padre. Solo da oggi sono a disposizione le vere e autentiche traduzioni» del motu proprio.

«È indiscusso – ha continuato l’arcivescovo – che questa lettera apostolica Antiquum ministerium segna una grande novità con la quale si evince facilmente come Papa Francesco porti a compimento un desiderio di Paolo VI» espresso nel 1975 nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi. «Sono dovuti passare quasi 50 anni perché la Chiesa arrivasse a riconoscere che il servizio reso da tanti uomini e donne con il loro impegno catechistico costituisce realmente un ministero peculiare per la crescita della comunità cristiana – ha detto Fisichella -. La catechesi ha sempre accompagnato l’impegno evangelizzatore della Chiesa e si è resa ancora più necessaria quando era destinata a quanti si preparavano per ricevere il battesimo, i catecumeni. Questa attività era considerata di primaria importanza a tal punto da portare la comunità cristiana a stabilire perfino la condivisione dei beni e il sostentamento dei catechisti. Con l’istituzione di questo ministero di catechista, Papa Francesco promuove ulteriormente la formazione e l’impegno del laicato cattolico».

Un servizio che dovrà guardarsi dalla possibile clericalizzazione contro la quale mette in guardia il Papa: «Ricevere un ministero laicale come quello di catechista imprime un’accentuazione maggiore all’impegno missionario tipico di ciascun battezzato che si deve svolgere comunque in forma pienamente secolare senza cadere in alcuna espressione di clericalizzazione». In questa conclusione, ha spiegato Fisichella, «si gioca molto della novità portata con questo ministero. Uomini e donne sono chiamati a esprimere al meglio la loro vocazione battesimale, non come sostituti dei presbiteri o delle persone consacrate ma come autentici laici e laiche che nella peculiarità del loro ministero permettono di far esperire fin dove giunge la chiamata battesimale di testimonianza e servizio efficace nella comunità e nel mondo».

Per l’arcivescovo, «è indubbio che l’istituzione di questo ministero, unitamente a quello dell’accolitato e del lettorato, permetterà di avere un laicato maggiormente formato e preparato nella trasmissione della fede. Non ci si improvvisa catechisti, perché l’impegno di trasmettere la fede, oltre alla conoscenza dei contenuti, richiede il prioritario incontro personale con il Signore. Chi svolge il ministero di catechista sa che parla a nome della Chiesa e trasmette la fede della Chiesa. Questa responsabilità non è delegabile ma investe ognuno in prima persona. Questo servizio, comunque, dovrà essere vissuto in maniera “secolare” senza cadere in forme di clericalismo che appannano la vera identità del ministero», ha ribadito . Fisichella ha chiarito anche che oltre a essere un ministero stabile, «è ovvio che non tutti coloro che oggi sono catechisti e catechiste potranno accedere al ministero di catechista, pur continuando a essere catechisti e catechiste. Questo ministero è riservato a quanti corrisponderanno ad alcuni requisiti che il Motu proprio elenca. Primo fra tutti, quello della dimensione vocazionale a servire la Chiesa dove il vescovo lo ritiene più qualificante. Il ministero non viene dato per una gratifica personale ma per il servizio che si intende prestare alla Chiesa locale». Spetterà ora alle Conferenze episcopali provvedere a individuare i requisiti necessari, quali età e studi opportuni, per conferire il ministero di catechista.

«Papa Francesco, con questo Motu proprio, si propone di rafforzare il profilo catechistico nella Chiesa non facendolo derivare dal ministero della gerarchia ma orientandolo verso la gerarchia – ha aggiunto monsignor Tebartz-van Elst -. Nel nuovo Motu proprio si possono individuare in particolare tre aspetti. Il ministero del catechista si oppone ad una clericalizzazione dei laici e ad una laicizzazione del clero; si svolge in una spiritualità comunitaria e in una spiritualità di preghiera; infine, è un servizio acquisito con specifica e solida formazione».

11 maggio 2021