Il Papa istituisce alla Lateranense un ciclo di studi su Ecologia e ambiente

Francesco presiede l’atto accademico dell’Università. Nuovo percorso «in unità» con Bartolomeo I. Nasce anche una Cattedra Unesco sulla sostenibilità

Un ciclo di studi in “Ecologia e ambiente. Cura della nostra casa comune e tutela del creato” alla Pontificia Università Lateranense. Il Papa annuncia la decisione in prima persona nella “sua” università, nella mattina di giovedì 7 ottobre. Il nuovo percorso, che si inserisce nel solco dell’enciclica Laudato si’ e di un’attenzione crescente ai temi ambientali a livello mondiale, sarà il riconoscimento del dialogo con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, grazie al quale, ricorda Francesco, «tra i cristiani è maturata la preoccupazione per la questione ecologica, per preservare i doni della creazione, anche con numerose iniziative». Nel concreto, dice il Papa, il ciclo di studi «opererà insieme alla sede dell’Apostolo Andrea, con una prospettiva aperta, un animo grande capace di accogliere l’attenzione delle Chiese cristiane, delle diverse comunità religiose, di quanti sono alla ricerca e di chi si professa non credente». L’intervento del patriarca Bartolomeo I all’atto accademico di questa mattina alla Lateranense dà il suggello autorevole a questa novità all’insegna del dialogo, istituita ufficialmente – «in unità con il venerato fratello, Bartolomeo I» -, con una lettera che il Papa consegna al gran cancelliere della Lateranense, il cardinale Angelo De Donatis.

La genesi del ciclo di studi affonda nell’urgenza dell’impegno di ascoltare «la voce della nostra casa comune» che, sottolinea Francesco, «domanda di essere custodita e curata». Un impegno che ha visto sempre più unite in questi anni le Chiese cristiane, fino al recente messaggio predisposto dal Papa con il patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo Justin Welby, primate della Chiesa anglicana, in vista dell’imminente appuntamento della Cop26 a Glasgow. Al centro, la consapevolezza che, osserva il Santo Padre, «il male che stiamo procurando al pianeta non si limita più ai danni sul clima, sulle acque e sul suolo, ma ormai minaccia la vita stessa sulla terra». E, avverte, «non basta ripetere affermazioni di principio», perché «la complessità della crisi ecologica esige responsabilità, concretezza e competenza». Scelte che, aggiunge Francesco, «richiamano alla sua missione originaria l’Universitas, quale luogo privilegiato di formazione e preparazione, dove i diversi saperi si incontrano, dove studenti e docenti si uniscono per riflettere ed elaborare creativamente nuove strade da percorrere. Dall’Università passa anche lo sforzo per formare la coscienza ecologica e sviluppare la ricerca per tutelare la casa comune».

Il nuovo ciclo di studi, nell’intento del Papa, dovrà allora essere «un punto di incontro per la riflessione sull’ecologia integrale, capace di raccogliere esperienze e pensieri differenti, coniugandoli attraverso il metodo proprio della ricerca scientifica». Così che l’università si mostra «depositaria di un imperativo che non ha confini religiosi, né ideologici, né culturali: custodire la nostra casa comune, preservarla dalle azioni scellerate, magari ispirate da una politica, un’economia e una formazione legate al risultato immediato, a vantaggio di pochi». Bartolomeo sottolinea l’impegno comune dei cristiani sui temi dell’ambiente. «Non è solo una risposta a preoccupazioni politiche o economiche, ma soprattutto una risposta al mandato divino di prendersi cura del dono della creazione, per servire e preservare la Terra come Dio comandò ad Adamo ed Eva nel Libro della Genesi. Purtroppo molti politici e le aziende sono ancora riluttanti a perseguire politiche e pratiche per fermare il problema». Il cardinale De Donatis afferma che «l’Università può tracciare una nuova strada per difendere e rivalutare l’importanza del rapporto tra l’essere umano e l’ordine della natura» e spiega che docente e studente sono «chiamati, attraverso la relazione, a ritrovare nell’unità tra i beni creati e i comportamenti umani il modo per favorire la sostenibilità e così garantire la vita dell’uomo sulla terra non solo per il momento presente, ma con uno sguardo intergenerazionale».

L’atto accademico della Lateranense, se da un lato segna – come spiega il rettore Vincenzo Buonomo – «la ripresa dell’ordinaria attività dell’università» e dall’altro indica il punto di arrivo di una «aspirazione iniziale di realizzare un centro di studio sui temi dell’ecologia e dell’ambiente», è anche l’occasione per un altro annuncio: l’istituzione di un’apposita Cattedra Unesco sul Futuro dell’educazione alla sostenibilità. Novità sancita con la presenza al massimo livello, nella mattinata della Lateranense, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite impegnata a preservare il patrimonio naturale e culturale mondiale: è la direttrice generale Audrey Azoulay a testimoniare il sostegno all’iniziativa e a firmare la convenzione tra l’Unesco e l’Università insieme a Papa Francesco. Sulla nuova Cattedra il Papa ritorna nella lettera indirizzata al gran cancelliere, definendola uno «strumento ispirato e collegato alle finalità dell’Organizzazione volte a sensibilizzare e favorire sul piano mondiale, anche un’educazione delle giovani generazioni alla responsabilità ecologica, alle garanzie ambientali e all’auspicata sostenibilità». Un’altra scelta significativa per indicare a tutti, a partire dai giovani, l’urgenza di tutelare la “casa comune”.

7 ottobre 2021