Il Papa: «Imparare a farsi da parte, importante anche nella Chiesa»

Le parole all’Angelus: l’invito a «liberarsi dagli attaccamenti del proprio io». Il ricordo del popolo ucraino e l’annuncio della veglia ecumenica per il Sinodo, il 20 settembre

Attualizzando la figura di Giovanni Battista, nell’Angelus di ieri, 15 gennaio, il Papa si è soffermato sul valore del servizio, che «comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare il contraccambio». Di contro, ha detto, «è facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona». Allora, «farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù», l’invito.

Francesco lo ha ripetuto esplicitamente: «Farsi da parte, imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, ho fatto questo incontro, mi faccio da parte e lascio posto al Signore. Imparare a farsi da parte, non prendere qualcosa come un contraccambio per noi. Pensiamo a quanto è importante questo per un sacerdote, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù – ha aggiunto -. Pensiamo a quant’è importante per i genitori, che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita. È bello e giusto che i genitori continuino ad assicurare la loro presenza, dicendo ai figli: “Non vi lasciamo soli”, ma con discrezione, senza invadenza. La libertà di crescere. E lo stesso vale per altri ambiti, come l’amicizia, la vita di coppia, la vita comunitaria». Nelle parole del pontefice, «liberarsi dagli attaccamenti del proprio io e saper farsi da parte costa, ma è molto importante. È il passo decisivo per crescere nello spirito di servizio, senza cercare il contraccambio. Proviamo a chiederci: siamo capaci di fare posto agli altri? Di ascoltarli, di lasciarli liberi, di non legarli a noi pretendendo riconoscimenti?».

Al termine della preghiera mariana, quindi, il ricordo della tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio. «Il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati», ha spiegato il Papa. «Colgo questa occasione – ha continuato – per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in piazza San Pietro, avrà luogo una Veglia ecumenica di preghiera, con la quale affideremo a Dio i lavori della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Per i giovani che verranno alla Veglia ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della Comunità di Taizé. Fin da ora invito i fratelli e le sorelle di tutte le confessioni cristiane a partecipare a questo raduno del Popolo di Dio». Da ultimo, l’ennesimo appello a non dimenticare «il martoriato popolo ucraino, che soffre tanto! Restiamo vicini a loro con i nostri sentimenti, con il nostro aiuto, con la nostra preghiera».

16 gennaio 2023