Francesco: «Il prossimo sarà Sinodo di e per tutti i giovani»
Il Papa ha presieduto la veglia per la Gmg, a Santa Maria Maggiore. «Andiamo a Panama per dire: “Siamo qui, in cammino”»
Il Papa ha presieduto la veglia per la Giornata mondiale della gioventù, a Santa Maria Maggiore. «Andiamo a Panama per dire: “Siamo qui, in cammino”»
Un clima di festa intervallato dalla preghiera e intensi momenti di commozione ha caratterizzato la veglia svoltasi sabato 8 aprile nella basilica di Santa Maria Maggiore presieduta da Papa Francesco, che ha incontrato i giovani delle diocesi del Lazio. Alla vigilia della Giornata mondiale della gioventù, celebrata quest’anno a livello diocesano la Domenica della Palme, la veglia ha rappresentato il primo incontro di Bergoglio con i giovani direttamente coinvolti nel cammino di preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi che si terrà nell’ottobre 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, e alla XXXIV Gmg, in programma a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019.
Durante l’incontro, promosso dalla segreteria generale del Sinodo dei vescovi in collaborazione con il Dicastero dei laici, famiglia e vita, Francesco richiama i giovani ad essere concreti, a non scoraggiarsi nei momenti di difficoltà prendendo spunto dall’insegnamento dei nonni. «Vorrei darvi questa missione – ha detto -: tornare indietro e parlare con i nonni. Non so se ci sarò alla Gmg di Panama ma ci sarà il Papa che vi chiederà “Avete parlato con gli anziani? Avete trasformato i loro sogni in profezia concreta?”». Quindi il Papa ha affermato con forza che il prossimo sarà «il Sinodo per e di tutti i giovani»: di quelli che si sentono agnostici, che hanno la fede tiepida, che si sono allontanati dalla Chiesa, dei giovani che si sentono atei. «Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri – ha proseguito -, agli adulti, ai preti, alle suore, ai vescovi e al Papa. Tutti abbiamo bisogno di ascoltarvi. La Chiesa, tutta, vuole sapere cosa pensano, cosa sentono, cosa vogliono, cosa criticano e di quali cose si pentono i giovani». Li ha quindi incoraggiati ad essere «giovani “di strada”, in cammino uno accanto all’altro, ma guardando al futuro». In una parola, protagonisti che vivono sulla propria pelle «il dramma» di una società che vorrebbe «scartarli. Ma questo non possiamo tollerarlo – ha detto ancora Francesco -. Andiamo a Panama per dire: “Noi giovani siamo qui, in cammino. Non vogliamo essere materiale di scarto. Abbiamo un valore da dare”».
Tralasciando il discorso preparato Francesco ha parlato a braccio riallacciandosi alle due testimonianze ascoltate con attenzione prendendo appunti. La prima a parlare è stata Marialisa, suora francescana alcantarina di 30 anni originaria di Bisceglie (Bari), «contenta di essere una donna consacrata di questo tempo». Commovente la storia di Pompeo Barbieri, 23 anni, sopravvissuto al terremoto del 31 ottobre 2002 a San Giuliano di Puglia nel quale morirono 27 suoi compagni di scuola e la maestra. Da allora è paralizzato: «Quel crollo ha cambiato la mia vita ma da quel giorno non ho più paura del futuro e di quello che la vita mi riserva». Francesco ha quindi invitato i ragazzi presenti a rischiare nel preparare il loro futuro prendendo come esempi Pompeo, che non si è arreso neanche a 18 anni quando si è ammalato, e suor Marialisa, che si era allontanata dalla Chiesa dopo la cresima, «il sacramento dell’arrivederci», e che ha capito la sua vocazione dopo aver percorso «strade oscure, senza luce, senza ideali o con ideali che non capiva bene». «Vorrei invitarvi a fare con gioia questo cammino, questa strada verso il Sinodo e verso Panama – ha proseguito -. Farla con le vostre aspirazioni, senza paura, senza vergogna, farla coraggiosamente. Ci vuole coraggio. E a cercare di prendere la bellezza nelle piccole cose, come ha detto Pompeo, quella bellezza di tutti i giorni».
Alla veglia erano presenti anche 300 delegati in rappresentanza di 104 Paesi e 44 movimenti giunti a Roma per il Forum internazionale “Da Cracovia a Panama” che ha avviato il percorso verso il Sinodo. Alcuni di loro hanno portato in processione la Croce della Gmg venuta da Cracovia e consegnata simbolicamente ai giovani di Panama. Tra i delegati Massimiliano Signifredi della Comunità di Sant’Egidio, colpito dalle testimonianze di persone che vivono in contesti di guerra e sono soggetti a persecuzioni religiose, come i cristiani che vivono in Terra Santa: «Hanno raccontato di dover fare esplicita richiesta per incontri di poche ore ma è bello vedere che hanno più voglia di fare che di lamentarsi. I giovani non hanno paura di sfide impegnative. Durante il Forum si è parlato molto anche del linguaggio della Chiesa che a volte non coglie e non incontra le domande dei giovani. Il linguaggio che più colpisce è quello di Papa Francesco che parla in modo comprensibile e attraente». Jzymon Czyszek, polacco, si dice contento del prossimo Sinodo con il quale «la Chiesa vuole conoscere i giovani, dove sono, come vivono, qual è la loro situazione, come possono scoprire la loro vocazione e come poter diventare adulti responsabili nella chiesa». Per don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, questo «è un tempo un po’ particolare perché il Sinodo suscita attesa. Gli adulti devono occuparsi dei giovani i quali sono contenti di questa attenzione. Bisogna far sentire i giovani coinvolti, in cammino: non sono oggetti ma soggetti attivi».
A Santa Maria Maggiore erano presenti il cardinale arciprete Stanislaw Rylko, che ha accolto il Papa in basilica con il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, il cardinale vicario Agostino Vallini, il cardinale Kevin J. Farrell, prefetto del dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, il cardinale José Luis Justo Lacunza Maestrojuan, vescovo di David (Panama) e l’arcivescovo di Panama José Domingo Ulloa Mendieta, il vescovo Nunzio Galatino, segretario generale della Cei, e i presuli del Lazio.
10 aprile 2017