Il Papa: «Il Paraclito dice alla Chiesa che oggi è il tempo della consolazione»

La Messa nella solennità di Pentecoste e la riflessione sui tre suggerimenti dello Spirito: «Abitare il presente, cercare l'insieme, mettere Dio prima dell'io». Questo «è il tempo per portare la gioia del Risorto, non per lamentarci del dramma della secolarizzazione. È il tempo della libertà del cuore»

Abitare il presente, cercare l’insieme, mettere Dio prima dell’io: sono i tre «suggerimenti tipici del Paraclito», tre «antidoti basilari contro altrettante tentazioni, oggi tanto diffuse». Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia, pronunciata durante la Messa celebrata a San Pietro nella solennità di Pentecoste, intorno a due attributi dello Spirito Santo Paraclito, una «parola difficile da tradurre»: Consolatore e Avvocato.

«Il Paraclito è il Consolatore – ha detto -. Tutti noi, specialmente nei momenti difficili, come quello che stiamo attraversando, a causa della pandemia, cerchiamo consolazioni. Ma spesso ricorriamo solo a consolazioni terrene, che svaniscono presto, sono consolazioni del momento. Gesù ci offre oggi la consolazione del Cielo, lo Spirito». La differenza è che «le consolazioni del mondo sono come gli anestetici: danno un sollievo momentaneo ma non curano il male profondo che ci portiamo dentro». Invece lo Spirito «dà pace al cuore» perché «scende dentro. È la tenerezza stessa di Dio, che non ci lascia soli; perché stare con chi è solo è già consolare».

Il Papa ha anche messo in guardia dallo spirito del diavolo che «prima ci lusinga e ci fa sentire invincibili – le lusinghe del diavolo che fanno crescere la vanità -, poi ci butta a terra e ci fa sentire sbagliati» mentre «lo Spirito del Risorto vuole risollevarci». Come avvenuto con gli apostoli, lo Spirito Santo cambia i cuori e ci trasforma in testimoni: «Pure noi siamo chiamati a testimoniare nello Spirito Santo, a diventare paracliti, cioè consolatori. Sì, lo Spirito ci chiede di dare corpo alla sua consolazione. Come possiamo fare questo? Non facendo grandi discorsi ma facendoci prossimi; non con parole di circostanza ma con la preghiera e la vicinanza. Ricordiamo che la vicinanza, la compassione e la tenerezza sono lo stile di Dio, sempre. Il Paraclito dice alla Chiesa che oggi è il tempo della consolazione. È il tempo del lieto annuncio del Vangelo più che della lotta al paganesimo. È il tempo per portare la gioia del Risorto, non per lamentarci del dramma della secolarizzazione. È il tempo per riversare amore sul mondo, senza sposare la mondanità. È il tempo in cui testimoniare la misericordia più che inculcare regole e norme. È il tempo del Paraclito! È il tempo della libertà del cuore, nel Paraclito».

Francesco ha parlato quindi dei tre suggerimenti dello Spirito Santo, ricordando che è l’Avvocato: «Il primo consiglio è: abita il presente», senza lasciarsi «paralizzare dalle amarezze e dalle nostalgie del passato» o «concentrarci sulle incertezze del domani e lasciarci ossessionare dai timori per l’avvenire. Lo Spirito ci ricorda la grazia del presente» per «fare della vita un dono». Poi: «Cerca l’insieme. L’insieme, non la parte». Ricordando la «multiforme varietà dei carismi, in un’unità che non è mai uniformità», il Papa ha condannato ancora una volta le divisioni: «Se ascoltiamo lo Spirito, non ci concentreremo su conservatori e progressisti, tradizionalisti e innovatori, destra e sinistra: se i criteri sono questi, vuol dire che nella Chiesa si dimentica lo Spirito. Il Paraclito spinge all’unità, alla concordia, all’armonia delle diversità. E il nemico vuole che la diversità si trasformi in opposizione e per questo le fa diventare ideologie. Dire “no” alle ideologie, “sì” all’insieme”».

Infine, «il terzo grande consiglio: metti Dio prima del tuo io. È il passo decisivo della vita spirituale, che non è una collezione di meriti e di opere nostre ma umile accoglienza di Dio». È il «primato della grazia: non salviamo nessuno e nemmeno noi stessi con le nostre forze. Se in primo luogo ci sono i nostri progetti, le nostre strutture e i nostri piani di riforma scadremo nel funzionalismo, nell’efficientismo, nell’orizzontalismo e non porteremo frutto. Gli “ismi” sono ideologie che dividono, che separano. La Chiesa non è un’organizzazione umana – è umana ma non è solo un’organizzazione umana -, la Chiesa è il tempio dello Spirito Santo. Gesù ha portato il fuoco dello Spirito sulla terra e la Chiesa si riforma con l’unzione, la gratuità dell’unzione della grazia, con la forza della preghiera, con la gioia della missione, con la bellezza disarmante della povertà. Mettiamo Dio al primo posto!», ha concluso il Papa.

24 maggio 2021