Il Papa: «Giovani, abbiate il coraggio di essere felici!»

Diffuso il Messaggio di Francesco per la Gmg 2015, che coincide con la Domenica delle Palme. «Non abbiate paura di un amore vero»

Diffuso il Messaggio di Francesco per la Gmg 2015, che coincide con la Domenica delle Palme. «Non abbiate paura di un amore vero»

“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. È la sesta beatitudine a dare il tema al Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della gioventù del 2015, che coincide con la Domenica delle Palme, il 29 marzo. Un testo datato 31 gennaio, memoria di san Giovanni Bosco, e diffuso oggi, martedì 17 febbraio, dalla Sala stampa vaticana, nel quale Francesco invita a proseguire il «pellegrinaggio spirituale» verso Cracovia, che nel luglio 2016 ospiterà la prossima edizione internazionale della Gmg, esortando per due volte i giovani: «Abbiate il coraggio di essere felici!».

La parola “beati”, «ossia felici – scrive il Pontefice -, compare nove volte in questa che è la prima grande predica di Gesù (cfr Mt 5,1-12). È come un ritornello che ci ricorda la chiamata del Signore a percorrere insieme a Lui una strada che, nonostante tutte le sfide, è la via della vera felicità». Dio infatti «ha deposto nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un desiderio irreprimibile di felicità, di pienezza», ed è in Cristo che «si trova il pieno compimento dei vostri sogni di bontà e felicità», la possibilità di soddisfare «le vostre attese tante volte deluse dalle false promesse mondane».

Eppure, a volte, il cuore si «inquina», e questo, avverte Francesco, «tocca soprattutto il campo delle nostre relazioni». Occorre allora «imparare a discernere ciò che può “inquinare” il cuore»: un compito che interpella «ognuno di noi», chiamato a «formarsi una coscienza retta e sensibile». Se infatti è necessaria «una sana attenzione per la custodia del creato», tanto più «dobbiamo custodire la purezza di ciò che abbiamo di più prezioso: i nostri cuori e le nostre relazioni». Una sorta di «ecologia umana che ci aiuterà a respirare l’aria pura che proviene dalle cose belle, dall’amore vero, dalla santità».

I giovani, avverte ancora il Papa, hanno «il desiderio profondo di un amore vero, bello e grande. Non permettete – il monito ai ragazzi – che questo valore prezioso sia falsato, distrutto o deturpato» come avviene con «la strumentalizzazione del prossimo per i propri fini egoistici, talvolta come puro oggetto di piacere. Il cuore rimane ferito e triste in seguito a queste esperienze negative. Vi prego: non abbiate paura di un amore vero».

Ancora, nelle parole di Francesco l’invito a ribellarsi «contro la diffusa tendenza a banalizzare l’amore, soprattutto quando si cerca di ridurlo solamente all’aspetto sessuale, svincolandolo così dalle sue essenziali caratteristiche di bellezza, comunione, fedeltà e responsabilità. Vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio».

A ognuno, assicura il pontefice, è rivolto l’invito del Signore a incontrarlo. «Siamo tutti peccatori – scrive -, bisognosi di essere purificati dal Signore. Ma basta fare un piccolo passo verso Gesù per scoprire che Lui ci aspetta sempre con le braccia aperte, in particolare nel sacramento della riconciliazione». Quindi invita alla preghiera e alla lettura delle Scritture, iniziando magari dai Vangeli. «Scoprirete che si può “vedere” Dio anche nel volto dei fratelli, specialmente quelli più dimenticati: i poveri, gli affamati, gli assetati, gli stranieri, gli ammalati, i carcerati». Riconoscendosi «poveri con i poveri», per «entrare nella logica del Regno di Dio». Un cuore puro, osserva ancora il Papa, «è necessariamente anche un cuore spogliato, che sa abbassarsi e condividere la propria vita con i più bisognosi».

Da ultimo, un’esortazione a considerare seriamente l’eventuale chiamata al matrimonio e alla famiglia, non una vocazione «fuori moda», tanto che l’intera comunità ecclesiale «sta vivendo un periodo speciale di riflessione sulla vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo», e alla vita consacrata o al sacerdozio. Quindi, un pensiero di gratitudine a san Giovanni Paolo II, che quasi 30 anni fa istituì le Giornate mondiali della gioventù. «Il santo pontefice, patrono delle Gmg, interceda per il nostro pellegrinaggio verso la sua Cracovia».

17 febbraio 2015