Il Papa: «Cessi immediatamente il fuoco in Libano»

L’appello nell’Angelus da Bruxelles, dopo la Messa nello stadio. Quindi, in conferenza stampa sul volo di ritorno l’esortazione a una difesa «sempre proporzionata all’attacco»

«Continuo a seguire con dolore e con tanta preoccupazione l’andamento e l’ intensificazione del conflitto in Libano». Al termine della Messa di ieri, 29 settembre, nello stadio di Bruxelles, Francesco ha rivolto la sua attenzione e la sua preghiera al nuovo fronte di guerra in Medio Oriente. Il Libano, ha detto, «è un messaggio, ma in questo momento è un messaggio martoriato che questa guerra fa e dagli effetti devastanti sulla popolazione».

Nelle parole del Papa, «tante, troppe persone continuano a morire giorno dopo giorno in Medio Oriente. Preghiamo per le vittime, per le loro famiglie, preghiamo per la pace – l’esortazione ai fedeli presenti alla celebrazione eucaristica -. Rivolgo un appello a tutte le parti affinché cessi immediatamente il fuoco in Libano, a Gaza, nel resto della Palestina, si rilascino gli ostaggi e si permetta l’iuto umanitario. E non ci dimentichiamo della martoriata Ucraina».

Sull’escalation in Libano il pontefice è tornato anche durante la conferenza stampa sul volo di ritorno, rispondendo alle domande dei giornalisti. «La difesa – ha detto – deve essere sempre proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa di sproporzionato si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità. Un Paese che con le forze fa queste cose – parlo di qualsiasi Paese -,  che fa queste cose in un modo così “superlativo”, sono azioni immorali». Bergoglio ne è convinto: «Anche nella guerra c’è una moralità da custodire. La guerra è immorale, ma le regole di guerra implicano qualche moralità. Ma quando questo non si fa, si vede – noi diciamo in Argentina – il “cattivo sangue”».

30 settembre 2024