Il Papa: «Aprire la porta del cuore all’umanità ferita dei migranti»

Al termine dell’udienza generale, l’appello a una «responsabilità condivisa» sul fenomeno migratorio: «Nessuno può esimersi, è un problema di umanità»

«Durante il mio viaggio a Cipro e in Grecia ho potuto toccare con mano, ancora una volta, l’umanità ferita dei profughi e dei migranti». Papa Francesco lo ha ricordato questa mattina, 22 dicembre, al termine dell’udienza generale in Aula Paolo VI, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che, come di consueto, concludono l’appuntamento del mercoledì mattina. «Ho anche constatato come solo alcuni Paesi europei stiano sopportando la maggior parte delle conseguenze del fenomeno migratorio nell’area mediterranea, mentre in realtà esso richiede una responsabilità condivisa da tutti, dalla quale nessun Paese può esimersi, perché è un problema di umanità», le parole del pontefice.

In particolare, ha continuato, «grazie alla generosa apertura delle autorità italiane, ho potuto portare a Roma un gruppo di persone, che ho conosciuto durante il mio viaggio: oggi sono qui in mezzo a noi alcuni di loro. Benvenuti! Ce ne faremo carico, come Chiesa – ha assicurato -, nei prossimi mesi. È un piccolo segno, che spero serva da stimolo per gli altri Paesi europei, affinché permettano alle realtà ecclesiali locali di farsi carico di altri fratelli e sorelle che vanno urgentemente ricollocati, accompagnati, promossi e integrati», ha aggiunto, ricordando i “verbi” dell’accoglienza. «Sono tante le Chiese locali, le congregazioni religiose e le organizzazioni cattoliche che sono pronte ad accoglierli e accompagnarli verso una feconda integrazione. Serve solo aprire una porta, la porta del cuore! Non manchiamo di farlo in questo Natale!», l’esortazione del pontefice.

22 dicembre 2021