Il Papa: appello per la tutela dei diritti delle famiglie

L’omaggio all’Immacolata in piazza di Spagna. La grazia di Maria per affrontare con pazienza i disagi a Roma. «Fare ciascuno la propria parte per migliorare le cose»

Un pomeriggio all’insegna della tradizione, quello di Papa Francesco nella solennità dell’Immacolata Concezione, con un appello per la tutela dei diritti umani delle famiglie e una preghiera a Maria per il bene comune di Roma. E con una sorpresa finale.

Il Santo Padre ha reso il consueto omaggio alla statua della Vergine in piazza Mignanelli, dove è arrivato un po’ prima delle 16 proveniente dalla basilica di Santa Maria Maggiore. Qui si era recato a pregare davanti all’icona della Salus Populi Romani a lui tanto cara. Il Papa, accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e dal sindaco di Roma Virginia Raggi, dopo aver deposto i fiori ai piedi della colonna, ha elevato la sua preghiera alla Madonna.

Rivolto alla «Madre Immacolata», il Papa ha affermato di portare nel suo animo «i fedeli di questa Chiesa e tutti coloro che vivono in questa città, specialmente i malati e quanti per diverse situazioni fanno più fatica ad andare avanti». Come sempre, in una festa così sentita dai romani – presenti migliaia di persone – e alla presenza delle autorità civili (c’erano anche il presidente della Regione, Zingaretti, e il prefetto Paola Basilone), Francesco non ha mancato di deporre ai piedi della Vergine, insieme ai fiori, le speranze e le tribolazioni di chi vive in questa città così bella e complicata.

Ha ringraziato l’Immacolata «per la premura materna con cui accompagni il nostro cammino» e per «una grazia ordinaria che fai alla gente che vive a Roma: quella di affrontare con pazienza i disagi della vita quotidiana. Ma per questo – ha aggiunto – ti chiediamo la forza di non rassegnarci, anzi, di fare ogni giorno ciascuno la propria parte per migliorare le cose, perché la cura di ognuno renda Roma più bella e vivibile per tutti; perché il dovere ben fatto da ognuno assicuri i diritti di tutti».

Il Papa, «pensando al bene comune di questa città», ha pregato «per coloro che rivestono ruoli di maggiore responsabilità: ottieni per loro saggezza, lungimiranza, spirito di servizio e di collaborazione». Poi il Santo Padre ha affidato a Maria tutti i sacerdoti della diocesi e quanti, a Roma per motivi di studio, collaborano alla pastorale parrocchiale.

Un pensiero speciale è stato rivolto anche alle donne: «A te – ha detto il Pontefice – Donna tutta consacrata a Dio, affido le donne consacrate nella vita religiosa e in quella secolare, che grazie a Dio a Roma sono tante, più che in ogni altra città del mondo, e formano un mosaico stupendo di nazionalità e culture. Per loro ti chiedo la gioia di essere, come te, spose e madri, feconde nella preghiera, nella carità, nella compassione».

Infine, il Papa ha affidato all’Immacolata le «famiglie che oggi a Roma, in Italia, nel mondo intero vivono situazioni simili» a quelle che fu costretta a vivere la Sacra Famiglia con la fuga in Egitto «perché non siano abbandonate a sé stesse, ma tutelate nei loro diritti, diritti umani che vengono prima di ogni pur legittima esigenza. O Maria Immacolata – ha concluso – aurora di speranza all’orizzonte dell’umanità, veglia su questa città, sulle case, sulle scuole, sugli uffici, sui negozi, sulle fabbriche, sugli ospedali, sulle carceri; in nessun luogo manchi quello che Roma ha di più prezioso, e che conserva per il mondo intero, il testamento di Gesù: Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi».

Dopo il canto del “Tota Pulchra”, Francesco ha salutato uno per uno i circa 100 malati accompagnati in piazza di Spagna dai volontari dell’Unitalsi, infine la sorpresa: una visita alla vicina sede del “Messaggero”, che ha così festeggiato in modo inatteso i 140 anni di vita.

10 dicembre 2018