Il Papa alle Acli: «Siate voce di una cultura della pace»

Udienza per gli 80 anni dell’associazione. «La vostra storia, patrimonio da cui trarre energie vitali per guardare avanti con speranza». Lo stile «popolare e sinodale»

«Sono felice di accogliervi mentre state celebrando il vostro ottantesimo anniversario». Papa Francesco ha accolto così, sabato 1° giugno, le Acli, ricevute in udienza in Aula Paolo VI, in occasione, appunto, degli 80 anni dalla fondazione. Una storia «lunga e ricca», l’ha definita, che «testimonia il vostro impegno e la vostra dedizione nel servizio alla comunità. Avendo ottant’anni – ha aggiunto – siete un po’ più giovani di me, ma il vostro percorso è molto significativo; e questo anniversario è una buona occasione per rileggere la vostra storia, con le sue gioie e i momenti difficili, e per esprimere gratitudine».

Nelle parole del pontefice, la gratitudine al Signore «che vi ha accompagnato e sostenuto lungo questo cammino, anche ispirando tante persone che, attraverso le Acli, hanno dedicato la loro vita al servizio dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, degli stranieri e di tanti che si trovano in situazioni di bisogno». Le Acli, ha continuato, sono un luogo dove è possibile incontrare dei «santi della porta accanto, che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, ma a volte cambiano concretamente le cose, in bene». Proprio per questo, «questa storia è un patrimonio da cui trarre energie vitali per guardare avanti con speranza e determinazione. In essa troviamo i valori che hanno ispirato i vostri fondatori e che generazioni di aclisti hanno incarnato nel corso degli anni, attraverso una presenza importante nella società».

Bergoglio si è soffermato in particolare su 5 caratteristiche dello «stile» delle Acli, «fondamentali per il vostro cammino». Anzitutto, «lo stile popolare. Si tratta non solo di essere vicini alla gente, ma di essere e sentirsi parte del popolo. Significa vivere e condividere le gioie e le sfide quotidiane della comunità, imparando dai valori e dalla saggezza della gente semplice». Uno stile popolare implica «riconoscere che i grandi progetti sociali e le trasformazioni durature nascono dal basso, dall’impegno condiviso e dai sogni collettivi. Ma la vera essenza del popolo risiede nella solidarietà e nel senso di appartenenza».

Secondo: lo «stile sinodale. Lavorare insieme, collaborare per il bene comune è fondamentale – ha evidenziato Francesco -. Questo stile sinodale è testimoniato dalla presenza di persone che appartengono a diversi orizzonti culturali, sociali, politici e anche ecclesiali, e che oggi sono qui con voi. È bello questo: voi siete pluriformi e inquieti, e questo è una cosa bella – l’omaggio -. Vi aiuta a camminare insieme tra voi e anche a mescolarvi con le altre forze della società, facendo rete e promuovendo progetti condivisi».

Ancora, la terza caratteristica indicata dal Papa è lo «stile democratico. La fedeltà alla democrazia – ha ricordato – è da sempre un tratto distintivo delle Acli. Oggi ne abbiamo tanto bisogno. Democratica è quella società in cui c’è davvero un posto per tutti, nella realtà dei fatti e non solo nelle dichiarazioni e sulla carta. Per questo – ha continuato – è importante il molto lavoro che fate soprattutto per sostenere chi rischia l’emarginazione». I giovani, con l’impegno nella «formazione professionale»; le donne, «che spesso continuano a patire discriminazione e disuguaglianza»; i lavoratori più fragili e i migranti; infine gli anziani e i pensionati, «che troppo facilmente si ritrovano “scartati” dalla società, e questa è un’ingiustizia». A queste persone, ha riconosciuto Francesco, «prestate un servizio importante, che non deve soltanto restare nell’ambito dell’assistenza, ma promuovere la dignità di ogni persona e la possibilità che ciascuno possa mettere in campo le proprie risorse e il proprio contributo».

Nell’analisi di Bergoglio, la quarta caratteristica delle Acli è uno «stile pacifico, cioè da operatori di pace. In un mondo insanguinato da tante guerre – ha detto -, so di condividere con voi l’impegno e la preghiera per la pace. Per questo vi dico: le Acli siano voce di una cultura della pace, uno spazio in cui affermare che la guerra non è mai inevitabile mentre la pace è sempre possibile», la consegna.

Da ultimo, «uno stile cristiano. Lo menziono per ultimo non come un’appendice, ma perché si tratta della sintesi e della radice degli altri aspetti di cui abbiamo parlato. A chi possiamo guardare per capire che cosa vuol dire essere operatori di pace fino in fondo, se non al Signore Gesù? Dove possiamo trovare ispirazione e forza per accogliere tutti, se non nella vita di Gesù? Assumere uno stile cristiano allora – ha concluso -, vuol dire non soltanto prevedere che nei nostri incontri ci sia un momento di preghiera: questo va bene, ma dobbiamo fare di più; assumere uno stile cristiano vuol dire crescere nella familiarità con il Signore e nello spirito del Vangelo, perché esso possa permeare tutto ciò che facciamo e la nostra azione abbia lo stile di Cristo e lo renda presente nel mondo. In particolare, a fronte di visioni culturali che rischiano di annullare la bellezza della dignità umana e di lacerare la società, vi invito a coltivare “un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole” (Lett. enc. Fratelli tutti, 6). È il sogno di san Francesco di Assisi e di tanti altri santi, di tanti cristiani, di tanti credenti di ogni fede. Fratelli e sorelle, sia anche il vostro sogno», la consegna alle Acli.

3 giugno 2024