Il Papa all’Angelus: la preghiera per il Caucaso e il saluto ai migranti

Francesco ha parlato di «preoccupanti notizie» di scontri nell’area. «Chiedo alle parti in conflitto gesti concreti di buona volontà e di fratellanza»

«Sono giunte preoccupanti notizie di scontri nell’area del Caucaso. Prego per la pace nel Caucaso e chiedo alle parti in conflitto di compiere gesti concreti di buona volontà e di fratellanza, che possano portare a risolvere i problemi non con l’uso della forza e delle armi  ma per mezzo del dialogo e del negoziato». Lo ha detto ieri, 27 settembre, Papa Francesco, al termine della recita dell’Angelus, invitando i presenti in piazza San Pietro a pregare «insieme, in silenzio, per la pace nel Caucaso».

Dal pontefice parole di saluto per i rifugiati e i migranti presenti in piazza, «intorno al monumento intitolato “Angeli senza saperlo”, che ho benedetto un anno fa». L’occasione: la 106° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, celebrata, appunto, ieri. «Quest’anno – ha ricordato Francesco – ho voluto dedicare il mio messaggio agli sfollati interni, i quali sono costretti a fuggire, come capitò anche a Gesù e alla sua famiglia. A loro, in modo particolare, e a chi li assiste va il nostro ricordo e la nostra preghiera».

Da ultimo, un riferimento alla Giornata mondiale del turismo. «La pandemia ha colpito duramente questo settore, così importante per tanti Paesi – le parole del Papa -. Rivolgo il mio incoraggiamento a quanti operano nel turismo, in particolare alle piccole imprese familiari e ai giovani. Auspico che tutti possano presto risollevarsi dalle attuali difficoltà».

28 settembre 2020