Il Papa alla Specola Vaticana: «Fede e scienza unite nella carità»

L’udienza i partecipanti al II convegno in memoria di George Lemaître. L’invito ad «andare alle periferie della conoscenza umana, per fare esperienza del Dio Amore»

Ricevuti in udienza questa mattina, 20 giugno, da Francesco i partecipanti al II convegno della Specola Vaticana in memoria di George Lemaître, sul tema “Buchi neri, onde gravitazionali e singolarità spazio-temporali”, che si svolge a Castel Gandolfo fino a domani, 21 giugno. «Fede e scienza possono essere unite nella carità, se la scienza viene messa al servizio degli uomini e delle donne del nostro tempo, e non distorta a loro danno o addirittura per la loro distruzione», ha affermato il Papa, sottolineando che «la Chiesa è attenta a queste ricerche e le promuove, perché esse scuotono la sensibilità e l’intelligenza degli uomini e delle donne del nostro tempo». A partire dalla «particolare rilevanza» che hanno «per la teologia, la filosofia, la scienza e anche per la vita spirituale».

Dal pontefice anche l’omaggio a Lemaître, «sacerdote e scienziato esemplare. Il suo cammino umano e spirituale rappresenta un modello di vita da cui tutti noi possiamo imparare – ha aggiunto -. Le sue esperienze umane e le conseguenti elaborazioni spirituali lo portano a comprendere che la scienza e la fede seguono due cammini diversi e paralleli, tra i quali non vi è conflitto. Anzi, tali cammini si possono armonizzare vicendevolmente, perché sia la scienza sia la fede, per un credente, hanno la stessa matrice nella verità assoluta di Dio. Il suo cammino di fede – sono ancora le parole di Bergoglio – lo conduce alla consapevolezza che creazione e big-bang sono due realtà distinte, e che il Dio in cui crede non può essere un oggetto facilmente categorizzabile dalla ragione umana, ma è il “Dio nascosto”, che rimane sempre in una dimensione di mistero, non totalmente comprensibile».

L’invito finale rivolto agli scienziati della Specola quindi è ad «andare alle periferie della conoscenza umana», perché «è qui che si può fare esperienza del Dio Amore – ha assicurato Francesco -, che soddisfa e appaga la sete del nostro cuore».

20 giugno 2024