Il Papa ai preti giovani: «Vicinanza e tenerezza»

Nella Casa delle Pie Discepole del Divin Maestro Francesco ha incontrato un centinaio di sacerdoti delle diocesi di Roma ordinati da 10 anni. Il vescovo Di Tolve; «Dialogo paterno». Il vicegerente Reina: «Molto bella la franchezza del dialogo»

«Vicinanza» e «tenerezza». Sono le due coordinate che Papa Francesco ha lasciato in consegna ai preti più giovani della diocesi di Roma, che ha incontrato questo pomeriggio, 29 maggio, nella Casa delle Pie Discepole del Divin Maestro, dove è arrivato poco dopo le 16.  Davanti a lui, un centinaio di sacerdoti ordinati tra il 2014 e il 2024, insieme al vicegerente Baldo Reina e al vescovo Michele Di Tolve, delegato per l’ambito della Cura del diaconato, del clero e della vita religiosa.

pie discepole del divin maestro, incontro del papa con i preti giovani, 29 maggio 2024Prima, nella cripta, il saluto alla comunità delle suore e alle persone impegnate nei vari servizi della struttura; quindi, nella chiesa, l’incontro con i sacerdoti, aperto da un momento di preghiera e dal saluto di Di Tolve. Spazio, infine, alla conversazione tra Francesco e i sacerdoti presenti.  «L’incontro è stato desiderato dal Santo Padre, che sta vedendo pian piano tutto il presbiterio incardinato a Roma – riferisce il presule -. Ha già visto i preti dai 40 anni ai 70 anni di Messa; oggi ha visto i preti appena ordinati, nel 2024, fino al 2014, quindi i preti dei primi 10 anni di ordinazione. Sono questi gli anni di una “performazione”: non basta solo la formazione in seminario, perché si diventa preti realmente esercitando il ministero».

E le domande dei preti, racconta ancora Di Tolve, «»sono state proprio in riferimento al loro diventare preti in mezzo al popolo di Dio, con i vari incarichi, con il tempo da vivere in rapporto a Dio e agli altri, ai bisogni della gente». Tra le tematiche emerse, «cosa vuol dire essere vicini alle varie condizioni umane. Hanno chiesto anche cosa vuol dire attraversare la crisi della gente e la crisi in cui loro si trovano, perché è un momento difficile: il tempo della pandemia passata, il tempo della guerra, il tempo dei giovani che davvero sono irretiti da mentalità che li disorientano, la malattia della gente, la solitudine degli anziani, la situazione della casa a Roma», solo per citare alcuni aspetti.

«Abbiamo anziani che vivono al quinto, settimo piano e da anni non possono scendere perché non ci sono gli ascensori!». I sacerdoti «hanno fatto domande su tutto, a partire da quello che loro stanno vivendo e chiedendo al Papa un consiglio. È stato un dialogo paterno, davvero tra padre e figli. Il Santo Padre si è raccomandato tanto sulla vicinanza a Dio, al vescovo, tra di loro nella fraternità e al popolo di Dio. Ecco, queste sono le quattro vicinanze da vivere sempre», è la sintesi di Di Tolve.

Nelle parole di Francesco, la rassicurazione che «da una crisi non si esce mai da soli», ma anche l’attenzione alla diocesi di Roma, al suo sviluppo e alla sua bellezza, nonostante alcune debolezze, a cui rispondere non col «chiacchiericcio» ma col dialogo, e del percorso sinodale come modalità di vivere la Chiesa. Ai giovani sacerdoti il pontefice ha indicato l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di Paolo VI, definendola «un gioiello che regge la nostra pastorale», e il valore della paternità, carisma che deve crescere nel sacerdote.

Il dialogo ha toccato anche il tema della solitudine nella città, di come vivere la vicinanza agli altri, anche in rapporti difficili, e il Papa ha sottolineato l’importanza di farsi vicini ai vecchi, come un «test di vicinanza», e di farlo con pudore. Poi, salutandoli, ha invitato i giovani preti alla prossima celebrazione del Corpus Domini, domenica 2 giugno, ringraziandoli per la preghiera e per la franchezza del dialogo.

Quello di oggi, ricorda il vicegerente Reina, è stato «l’ottavo incontro del Papa con i sacerdoti: nei settori, tutti insieme a gennaio, con i sacerdoti anziani, e ora questo. Come negli altri incontri, Francesco ha espresso tutta la sua paternità. Qui oggi in modo particolare, perché aveva davanti il giovane clero. Ha raccolto le preoccupazioni e testimonianze di alcune di loro. Ha dato dei consigli, come quelli che dà un padre, un nonno potremmo dire, ai nipoti, ai figli più piccoli, legati alla sua esperienza».

Il vescovo ribadisce: «Ha parlato molto della vicinanza: agli anziani, ai malati, a coloro che vivono nel disagio. Ha raccomandato anche la vicinanza tra di loro, tra i sacerdoti, senza dare spazio a quel chiacchiericcio che a volte logora i rapporti e un sano vissuto spirituale. È stato un incontro molto bello – aggiunge – e molto bella la franchezza con cui i giovani sacerdoti hanno posto le domande al Santo Padre, anche domande su questioni problematiche e lui ha risposto con naturalezza, senza nascondere problemi ma manifestando la sua volontà di affrontarli e risolverli in maniera positiva».

29 maggio 2024