Il Papa ai nuovi cardinali: «Una missione di fuoco»

Venti porporati creati nel Concistoro del 27 agosto. Ricordo di Casaroli: «Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che Lui ha aperto». Oggi e domani la riunione sulla "Praedicate evangelium"

 La creazione di nuovi cardinali resta sempre un momento di grande comunione ecclesiale ma anche estremamente suggestivo e coinvolgente. È stato così anche in occasione del Concistoro ordinario che Papa Francesco ha presieduto sabato 27 agosto nella basilica di San Pietro per la creazione di 20 nuovi porporati, sedici dei quali elettori, e al termine del quale ha decretato l’iscrizione nell’elenco dei santi di due beati. Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore della congregazione dei Missionari di San Carlo e della congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, e Artemide Zatti, laico professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, saranno canonizzati il prossimo 9 ottobre.

 L’allocuzione del Pontefice è stata centrata sull’immagine del fuoco, partendo da un versetto del Vangelo di Luca. Tuttavia, non solo «la fiamma potente dello Spirito di Dio» ma anche il fuoco di brace, come quello di cui parla Giovanni nell’ultima apparizione del Risorto. «Il fuoco di brace è mite, nascosto, ma dura a lungo e serve per cucinare. E lì, sulla riva del lago, crea un ambiente familiare dove i discepoli gustano stupiti e commossi l’intimità con il loro Signore».

 Il Papa ha invitato a «meditare insieme a partire dall’immagine del fuoco, in questa sua duplice forma; e alla sua luce pregare per i cardinali».  «Il Signore – ha detto Francesco – ci chiama nuovamente a metterci dietro a Lui, a seguirlo sulla via della sua missione. Una missione di fuoco – come quella di Elia –, sia per quello che è venuto a fare sia per come lo ha fatto. E a noi, che nella Chiesa siamo stati presi tra il popolo per un ministero di speciale servizio, è come se Gesù consegnasse la fiaccola accesa (…) Così il Signore vuole comunicarci il suo coraggio apostolico, il suo zelo per la salvezza di ogni essere umano, nessuno escluso». Nel cuore di Gesù brucia «la misericordia del Padre. E dentro questo fuoco c’è anche la misteriosa tensione, propria della missione di Cristo, tra la fedeltà al suo popolo, alla terra delle promesse, a coloro che il Padre gli ha dato e, nello stesso tempo, l’apertura a tutti i popoli – quella tensione universale –, all’orizzonte del mondo, alle periferie ancora ignote. Questo fuoco potente è quello che ha animato l’apostolo Paolo».

Chiaro, qui, il riferimento all’universalità della missione della Chiesa rappresentata dall’aver chiamato a far parte del collegio cardinalizio vescovi dagli angoli più remoti della Terra: da Timor Est (il salesiano Virgilio do Carmo da Silva, arcivescovo di Díli) all’Amazzonia (il francescano Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo di Manaus, Brasile) alla Mongolia, che esprime ora il più giovane membro del Sacro Collegio, il missionario italiano Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar. E il Pontefice ha fatto riferimento proprio al «fuoco di tanti missionari e missionarie che hanno sperimentato la faticosa e dolce gioia di evangelizzare, e la cui vita stessa è diventata vangelo, perché sono stati anzitutto dei testimoni».

Poi c’è il fuoco di brace. Con «lo stile di Dio – vicinanza, compassione e tenerezza – possiamo far gustare a molti la presenza di Gesù vivo in mezzo a noi». Un fuoco che «arde in modo particolare nella preghiera di adorazione, quando stiamo in silenzio vicino all’Eucaristia e assaporiamo la presenza umile, discreta, nascosta del Signore, come un fuoco di brace, così che questa presenza stessa diventa nutrimento per la nostra vita quotidiana».

Un fuoco che porta ad agire senza clamore, come è pure quello «che ogni giorno riscalda la vita di tanti sposi cristiani», la «santità coniugale», o quello «custodito dai vecchi – sono un tesoro, tesoro della Chiesa – il focolare della memoria». Il Papa, rivolgendosi ai cardinali, ha detto che questo duplice fuoco «mi pare che ci ricordi che un uomo di zelo apostolico è animato dal fuoco dello Spirito a prendersi cura coraggiosamente delle cose grandi come delle piccole (…) Un cardinale ama la Chiesa, sempre con il medesimo fuoco spirituale, sia trattando le grandi questioni sia occupandosi di quelle piccole; sia incontrando i grandi di questo mondo – deve farlo, tante volte –, sia i piccoli, che sono grandi davanti a Dio».

Francesco, ricordando il cardinale Casaroli, ha fatto riferimento a questi due aspetti e, indirettamente, alla guerra in Ucraina. L’allora segretario di Stato era «giustamente celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente e paziente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la guerra fredda – e Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che Lui ha aperto! Ma agli occhi di Dio hanno altrettanto valore le visite che regolarmente egli faceva ai giovani detenuti in un carcere minorile di Roma, dove era chiamato “Don Agostino”. Faceva la grande diplomazia – il martirio della pazienza, così era la sua vita – insieme alla visita settimanale a Casal del Marmo, con i giovani». Come pure il cardinale Van Thuân, che si prese «cura dell’anima del carceriere che vigilava sulla porta della sua cella. Questa gente non aveva paura del “grande”, del “massimo”; ma anche prendeva il “piccolo” di ogni giorno (…) La grande diplomazia e la piccola cosa pastorale. Questo è il cuore di un prete, il cuore di un cardinale”. Gesù, ha concluso il Papa, “ci chiede: tu, nuovo cardinale – e tutti voi, fratelli cardinali –, posso contare su di te?».

Durante l’imposizione della berretta è stato evidente il clima di grande cordialità e affetto tra Francesco e i nuovi cardinali. Alla cerimonia non ha partecipato il ghanese Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa, che, all’arrivo a Roma, ha avuto un problema cardiaco ed è stato ricoverato. Al termine del Concistoro, come ormai consuetudine, il Santo Padre e i neoporporati si sono recati a salutare il Papa emerito Benedetto XVI. Dopo la visita di ieri a L’Aquila per l’apertura della Porta Santa, il Pontefice presiederà oggi e domani la riunione dei cardinali sulla nuova costituzione apostolica “Praedicate evangelium” che ha riformato la Curia romana. A conclusione dei lavori, domani alle 17.30, il Pontefice celebrerà la Messa nella Basilica di San Pietro.

29 agosto 2022