Il Papa ai nuovi cardinali: la compassione, requisito essenziale

Nella basilica di San Pietro la celebrazione per la creazione di 13 nuovi porporati. Tra gli italiani Zuppi (Bologna) e Dal Corso, missionario in Angola. Al termine, la visita a Benedetto XVI

Tredici nuovi cardinali.  Sono quelli creati sabato 5 ottobre da Papa Francesco nel corso della cerimonia nella basilica di San Pietro. Una celebrazione caratterizzata dai continui richiami del Santo Padre alla sobrietà e allo spirito di servizio che devono caratterizzare coloro che un tempo erano di fatto “principi della Chiesa”. Archiviati infatti da tempo e definitivamente gli orpelli rinascimentali, i cardinali continuano a essere non solo pastori del popolo di Dio ma anche i principali collaboratori del Papa nel governo della Chiesa universale.

A loro il pontefice ha ricordato, nel suo discorso, «l’atteggiamento del cuore di Gesù»: la «compassione». Gesù, ha continuato, «va a cercare le persone scartate, quelli che ormai sono senza speranza. Siamo coscienti – ha aggiunto rivolto ai cardinali -, noi per primi, di essere stati oggetto della compassione di Dio? È viva in voi questa consapevolezza? Di essere stati e di essere sempre preceduti e accompagnati dalla sua misericordia? Non si tratta – ha spiegato il Papa – di una cosa facoltativa, e nemmeno, direi, di un “consiglio evangelico”. No. Si tratta di un requisito essenziale». E ha concluso: «Da questa consapevolezza viva dipende per tutti noi anche la capacità di essere leale nel proprio ministero. Anche per voi, fratelli cardinali. La disponibilità di un porporato a dare il proprio sangue – significata dal colore rosso dell’abito – è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione. Diversamente, non si può essere leali. Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza».

Tra i nuovi porporati dieci sono elettori. Tre sono di curia: lo spagnolo Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, è il primo comboniano a ricevere la berretta e il primo originario di Siviglia dopo due secoli; il portoghese José Tolentino Mendonça, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e il gesuita Michael Czerny, canadese nato a Brno, nell’allora Cecoslovacchia, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati  del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che venerdì era stato consacrato vescovo da Papa Francesco.

 

 

 

 

 

Un concistoro dal carattere missionario. Anche gli altri nuovi cardinali rispecchiano, infatti, la volontà di Francesco di privilegiare la “periferia” del mondo e quanti hanno dimostrato il loro impegno a favore degli ultimi e degli emarginati, come l’ex vescovo ausiliare di Roma Matteo Zuppi, ora alla guida dell’arcidiocesi di Bologna, oppure del dialogo interreligioso. Si tratta dell’arcivescovo di Jakarta Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, dell’arcivescovo di San Cristóbal de la Habana Juan de la Caridad García Rodríguez, del cappuccino Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, del guatemalteco Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenango, del salesiano Cristóbal López Romero, originario dell’Andalusia ma formatosi in Catalogna, attuale arcivescovo di Rabat. Infine, un altro gesuita, l’arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Höllerich, primo porporato lussemburghese e presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Ue, a lungo missionario in Giappone.

Gli altri tre porporati ultraottantenni, che quindi non entreranno in conclave, sono il veronese Eugenio Dal Corso, vescovo emerito di Benguela e missionario in Angola, il gesuita lituano Sigitas Tamkevičius, arcivescovo emerito di Kaunas, perseguitato, arrestato ed esiliato in Siberia dal Kgb, e il missionario britannico dei Padri Bianchi Michael Fitzgerald, ex presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e nunzio in Egitto.

Al termine del rito, i nuovi cardinali insieme a Francesco si sono recati in pulmino a salutare il Papa emerito Benedetto XVI, prima di ricevere il saluto di amici e conoscenti nelle cosiddette visite di calore, in un clima di festa. Letteralmente preso d’assalto nell’aula Paolo VI il cardinale Zuppi, tra l’altro con un gruppo di Cl che recava uno striscione con la scritta “Sei er mejo de Bologna” mentre tra i primi a rendere omaggio al cardinale Ayuso c’è stata una delegazione di imam.

7 ottobre 2019