Il Papa ai giovani: «Siate protagonisti»

Diffuso il messaggio per la Giornata mondiale delle vocazioni, sul tema “Pellegrini di speranza: il dono della vita». L’invito ad «accogliere e accompagnare il cammino vocazionale delle giovani generazioni»

È datato oggi, 19 marzo, e firmato “dal Policlinico Gemelli” il messaggio di Francesco per la Giornata mondiale delle vocazioni, che si celebra l’11 maggio, sul tema “Pellegrini di speranza: il dono della vita”. Molti giovani, osserva il Papa, si sentono smarriti di fronte al futuro. Sperimentano spesso incertezza sulle prospettive lavorative e, più a fondo, una crisi d’identità che è crisi di senso e di valori e che la confusione digitale rende ancora più difficile da attraversare».

A minacciare « i progetti di vita buona che coltivano nell’animo», sono «le ingiustizie verso i deboli e i poveri, l’indifferenza di un benessere egoista, la violenza della guerra. Eppure il Signore, che conosce il cuore dell’uomo, non abbandona nell’insicurezza, anzi, vuole suscitare in ognuno la consapevolezza di essere amato, chiamato e inviato come pellegrino di speranza». Ai «membri adulti della Chiesa», dunque, «specialmente i pastori», il compito di «accogliere, discernere e accompagnare il cammino vocazionale delle nuove generazioni». Ai giovani Bergoglio rivolge l’esortazione a «esserne protagonisti, o meglio co-protagonisti con lo Spirito Santo, che suscita in voi il desiderio di fare della vita un dono d’amore. Carissimi giovani – prosegue -, la vostra vita non è un “nel frattempo”. Voi siete l’adesso di Dio».

Il pontefice li esorta a guardare «ai giovani santi e beati che hanno risposto con gioia alla chiamata del Signore: santa Rosa di Lima, san Domenico Savio, santa Teresa di Gesù Bambino, san Gabriele dell’Addolorata, san Carlo Acutis, al beato – tra poco santo – Pier Giorgio Frassati e tanti altri. Ciascuno di loro ha vissuto la vocazione come cammino verso la felicità piena, nella relazione con Gesù vivo. Quando ascoltiamo la sua parola, “ci arde il cuore nel petto” – la citazione del Vangelo di Luca – e sentiamo il desiderio di consacrare a Dio la nostra vita! Allora vogliamo  scoprire in che modo, in quale forma di vita ricambiare l’amore che Lui per primo ci dona.».

Francesco riconosce che «sono molti i giovani che cercano di conoscere la strada che Dio li chiama a percorrere: alcuni riconoscono – spesso con stupore – la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata; altri scoprono la bellezza della chiamata al matrimonio e alla vita familiare, come pure all’impegno per il bene comune e alla testimonianza della fede tra i colleghi e gli amici. Ogni vocazione – prosegue – è animata dalla speranza, che si traduce in fiducia nella Provvidenza. Infatti, per il cristiano, sperare è ben più di un semplice ottimismo umano: è piuttosto una certezza radicata nella fede in Dio, che opera nella storia di ogni persona». Così la vocazione «matura attraverso l’impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo, nella preghiera, nel discernimento, nel servizio. Il mondo ha bisogno di giovani che siano pellegrini di speranza, coraggiosi nel dedicare la propria vita a Cristo, pieni di gioia per il fatto stesso di essere suoi discepoli-missionari».

Proseguendo il suo dialogo ideale con i giovani, il Papa li invita ad avere «il coraggio di fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio cosa sogna per voi», nonostante il mondo spinga «a fare scelte affrettate, a riempire le giornate di rumore, impedendovi di sperimentare un silenzio aperto a Dio, che parla al cuore». Si tratta di riscoprire quel «silenzio della preghiera» che è «indispensabile per leggere la chiamata di Dio nella propria storia e per dare una risposta libera e consapevole. Chi si mette in ascolto di Dio che chiama non può ignorare il grido di tanti fratelli e sorelle che si sentono esclusi, feriti, abbandonati».

Agli operatori pastorali Francesco chiede infine di essere per i giovani «persone capaci di ascolto e di accoglienza rispettosa; persone di cui possano fidarsi, guide sagge, pronte ad aiutarli e attente a riconoscere i segni di Dio nel loro cammino. La Chiesa è viva e feconda quando genera nuove vocazioni – conclude -. E il mondo cerca, spesso inconsapevolmente, testimoni di speranza, che annuncino con la loro vita che seguire Cristo è fonte di gioia. Non stanchiamoci dunque di chiedere al Signore nuovi operai per la sua messe, certi che Lui continua a chiamare con amore».

19 marzo 2025