Il Papa ai giovani: «Non abbiate paura della vita»

Oltre 80mila gli adolescenti arrivati in piazza San Pietro per l’incontro con il pontefice promosso dal Servizio di pastorale giovanile della Cei. La festa con Matteo Romano e Blanco, le testimonianze dei ragazzi e l’intervento di Francesco, accolto dal presidente dei vescovi Bassetti

Gli oltre 80mila adolescenti che in pellegrinaggio hanno attraversato l’Italia per incontrare Papa Francesco sono tornati nelle proprie case con la raccomandazione di non perdere il fiuto, il coraggio, l’amore per la vita. Ieri, Lunedì dell’Angelo, con la gioia e l’entusiasmo propri della loro età hanno rinnovato il loro proposito di mettersi alla sequela del Signore. #Seguimi, l’invito che Gesù rivolse a Pietro sulle rive del lago di Tiberiade, è stata l’icona biblica dell’incontro in piazza San Pietro promosso dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana. L’adesione dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni, a detta degli organizzatori, è andata oltre ogni aspettativa. Hanno gremito ogni angolo della piazza e parte di via della Conciliazione che Bergoglio, a bordo della papamobile, ha attraversato per oltre 20 minuti, come a voler salutare ognuno. La festa scaturita dalla felicità di ritrovarsi finalmente insieme non ha però dissolto ogni preoccupazione. «Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo – ha detto il Papa -. Oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati».

Tralasciando parte del testo preparato, Francesco si è rivolto ai giovani a braccio raccomandando loro di non perdere «il fiuto della realtà, della verità, di trovare il Signore», lo stesso fiuto di Giovanni, il discepolo amato, l’unico che riconosce subito Gesù sulla riva del lago. «Voi avete il fiuto – ha ribadito il vescovo di Roma -, non perdetelo. Il fiuto di dire “questo è vero, questo non lo è, questo non va bene”». Da Pietro, invece, devono attingere il coraggio. «Era un po’ “speciale” – ha spiegato Francesco -, ha rinnegato tre volte Gesù ma appena Giovanni dice: “È il Signore!”, si butta in acqua per raggiungerlo. Non vergognatevi dei vostri slanci di generosità – la raccomandazione del Papa -. Non abbiate paura della vita, per favore. Abbiate paura della morte, quella dell’anima, del futuro, della chiusura del cuore, ma non della vita che è bella, è per condividerla». Nei momenti di difficoltà ha consigliato di fare come i bambini che chiamano la mamma: «Chiamiamo la nostra mamma, Maria – ha affermato -. Aveva quasi la vostra età quando ha ricevuto l’annuncio dell’angelo ed è rimasta incinta, che lei vi insegni a dire: “Eccomi!”».

In attesa dell’arrivo di Francesco i ragazzi hanno fatto festa con Matteo Romano, rivelazione dell’ultimo festival di Sanremo, e Blanco, vincitore della kermesse insieme a Mahmood; con l’attore Giovanni Scifoni, la conduttrice Andrea Delogu e il tiktoker Gabriele Vagnato. Ad accogliere Bergoglio sul sagrato c’era il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti, che non ha nascosto che anche nelle chiese ci sono «tanti problemi e il cammino è lungo e faticoso. Ma il nostro è un popolo buono, che non ha mai del tutto abbandonato le sue radici cristiane – ha detto -. Chissà che questi ragazzi ci aiutino davvero a riprendere le fila del Vangelo dentro questa storia, drammatica e appassionante, nella quale il Signore ci chiede di testimoniare la fede».

L’attore Michele La Ginestra ha introdotto quattro giovani che hanno raccontato al Papa i loro momenti bui. Samuele a 13 anni ha subito un trapianto di cuore e per il suo precario stato di salute era «arrabbiato e la fede in Dio non esisteva». Sofia ha parlato «dello sconforto e dell’apatia» vissuti durante il lockdown, Alice del dolore per la perdita della nonna, Samuele della sua difficoltà «ad avere rapporti sociali». Per tutti la conoscenza di un nuovo amico e le nuove frequentazioni in oratorio sono state la luce che hanno rischiarato il buio che si portavano dentro.

Mattia Piccoli, 12 anni, premiato il 14 dicembre 2021 con l’attestato di Alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella per aver aiutato il padre ammalatosi a 40 anni da Alzheimer precoce, ha affermato di non aver «mai fatto nulla controvoglia o per obbligo» e di aver aiutato il papà «come atto di amore». Ai ragazzi in piazza ha confessato che nei momenti più bui si aggrappa alla famiglia. «Trovo la forza grazie al coraggio di mia mamma – ha aggiunto -, all’appoggio di mio fratello e perfino dal mio grande papà che ha sempre aiutato le persone e mi ha insegnato il valore della solidarietà».

19 aprile 2022