Il Papa ai giovani: gesti di tenerezza verso gli anziani

L’esortazione all’Angelus: «Usate la fantasia dell’amore. Inviate loro un abbraccio. Sono le vostre radici». Un richiamo sottolineato dalla Comunità di Sant’Egidio

Il Papa invita i giovani a essere vicini agli anziani, a non lasciarli soli, a mostrare verso di loro «tenerezza», proprio nel periodo in cui la terza età soffre più delle altre gli effetti della grave pandemia da coronavirus. Francesco, dopo la recita dell’Angelus di ieri, domenica 26 luglio, ha preso spunto dalla memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, «i “nonni” di Gesù», per «invitare i giovani a compiere un gesto di tenerezza verso gli anziani, soprattutto i più soli, nelle case e nelle residenze, quelli che da tanti mesi non vedono i loro cari».

«Cari giovani, ciascuno di questi anziani è vostro nonno! Non lasciateli soli!», è l’esortazione del Papa. «Usate la fantasia dell’amore, fate telefonate, videochiamate, inviate messaggi, ascoltateli e, dove possibile nel rispetto delle norme sanitarie, andate anche a trovarli. Inviate loro un abbraccio. Loro sono le vostre radici. Un albero staccato dalle radici non cresce, non dà fiori e frutti. Per questo è importante l’unione e il collegamento con le vostre radici. “Quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato”, dice un poeta della mia Patria. Per questo vi invito a fare un applauso grande ai nostri nonni, tutti!».

Il richiamo del Papa – ribadito anche via Twitter – è stato subito sottolineato dalla Comunità di Sant’Egidio, che in questi mesi si è mobilitata, anche a livello internazionale, con la campagna “Senza anziani non c’è futuro”. «Invitando i giovani a compiere “gesti di tenerezza” verso gli anziani, il Papa all’Angelus ha chiamato tutti a favorire un’alleanza tra generazioni – si legge in una nota della Comunità di Trastevere -. Anche alla luce della pandemia, che sta colpendo il mondo in modo globale, appare oggi la strada da percorrere se si vuole costruire un futuro più umano e solidale. La “fantasia dell’amore”, di cui ha parlato Francesco, è un’urgenza necessaria per raggiungere, prima di tutto, chi a causa del lockdown è rimasto solo negli istituti, privato della vicinanza dei propri cari e di contatti con il mondo esterno. Si può e si deve, nel rispetto delle dovute precauzioni, rompere questo isolamento e proteggere gli anziani dal “virus” della solitudine che era già diffuso prima ancora del covid-19».

Il Papa ha rivolto il suo pensiero ancora una volta a Paesi interessati da conflitti, come l’Ucraina orientale. «Ho appreso che un nuovo cessate-il-fuoco riguardante l’area del Donbass è stato recentemente deciso a Minsk dai Membri del Gruppo di Contatto Trilaterale. Mentre ringrazio per questo segno di buona volontà volto a riportare la tanto desiderata pace in quella martoriata regione – ha detto -, prego perché quanto concordato sia finalmente messo in pratica, anche attraverso un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mine. Solo così si potrà ricostruire la fiducia e porre le premesse per la riconciliazione, tanto necessaria e tanto attesa dalla popolazione».

Tra i saluti finali ai gruppi di fedeli presenti in piazza San Pietro, uno è andato anche a quelli della parrocchia romana dei Santi Fabiano e Venanzio. «Questi sono rumorosi, si fanno sentire!».

27 luglio 2020