Il Papa ai circensi: «Seminare bellezza e allegria è misericordia»

All’udienza del Giubileo dello spettacolo viaggiante e popolare, in aula Paolo VI i popoli d’Europa, Asia e America. Francesco: «Grazie per i sorrisi»

All’udienza del Giubileo dello spettacolo viaggiante e popolare, in aula Paolo VI sono arrivati i popoli d’Europa, Asia e America. Francesco: «Grazie per i sorrisi»

«Voi fate grandi cose, voi siete “artigiani” della festa, della meraviglia, del bello: con queste qualità arricchite la società di tutto il mondo». Francesco accoglie con un grazie per il loro impegno e la loro missione i circa seimila professionisti del circo, esponenti di associazioni, esercenti di luna park e delle fiere, artisti di strada, madonnari e burattinai, componenti di bande musicali e di gruppi folcloristici che si sono ritrovati a Roma per il Giubileo dello spettacolo viaggiante e popolare, arrivando da vari Paesi di Europa, America, Asia.

Durante l’udienza nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, questa mattina, giovedì 16 giugno, hanno realizzato per il Papa un vero e proprio spettacolo. «Siamo onorati di essere qui, di farle vedere qualcosa della nostra bellezza. Divertiamo i popoli e anche voi», dice uno di loro. E così i Black Blues Brothers, un gruppo arrivato a Roma dal Kenya, impegnato nel circo sociale, si sono esibiti con le loro acrobazie, applaudite da Francesco. Poi, la parodia sul miracolo del sangue di San Gennaro del burattinaio Bruno Leone, l’esibizione dei ragazzi dell’arte circense di Verona e dei fratelli Pellegrini, clown d’oro al festival di Montecarlo, che si erano già esibiti davanti a Benedetto XVI. Prima del discorso del Papa, la presentazione di due cuccioli, uno di tigrotto e uno di pantera, accarezzati da Francesco sulle note della musica scritta da Nino Rota per il film “La Strada”, dedicato da Federico Fellini al mondo degli spettacoli viaggianti.

Nelle parole del Pontefice, il suo primo “grazie”: «Mi congratulo con voi perché, in questo Anno Santo, avete aperto i vostri spettacoli ai più bisognosi, ai poveri e ai senza tetto, ai carcerati, ai ragazzi disagiati. Anche questa è misericordia: seminare bellezza e allegria in un mondo a volte cupo e triste», ha detto Francesco, che ha ricordato come «festa e letizia sono segni distintivi della vostra identità, delle vostre professioni e della vostra vita, e nel Giubileo della Misericordia non poteva mancare questo appuntamento». Grazie, perché «con i vostri continui spostamenti, potete portare a tutti l’amore di Dio, il suo abbraccio e la sua misericordia. Potete essere comunità cristiana itinerante, testimoni di Cristo che è sempre in cammino per incontrare anche i più lontani».

Citando san Giovanni Paolo II, Francesco rivolge ai presenti l’invito a «far nascere il sorriso di un bambino e illuminare per un istante lo sguardo disperato di una persona sola, e, attraverso lo spettacolo e la festa, rendere gli uomini più vicini gli uni agli altri». Ma, dice sorridendo, «potete anche spaventare il Papa nell’accarezzare un tigrotto. Siete potenti!». Parole accompagnate dagli applausi dei presenti. Francesco conosce anche le difficoltà che questi artisti devono affrontare quotidianamente. «So bene che, per i ritmi della vostra vita e del vostro lavoro, è difficile per voi far parte di una comunità parrocchiale in modo stabile. Perciò vi invito ad avere cura della vostra fede. Cogliete ogni occasione per accostarvi ai sacramenti. Trasmettete ai vostri figli l’amore per Dio e per il prossimo». Quindi, una raccomandazione anche per le parrocchie «a essere attente alle necessità vostre e di tutta la gente in mobilità» e una rassicurazione per loro: «La Chiesa si preoccupa dei problemi che accompagnano la vostra vita itinerante, e vuole aiutarvi ad eliminare i pregiudizi che a volte vi tengono un po’ ai margini».

Da ultimo, un riferimento al film “La Strada” di Federico Fellini. «Non potete immaginare il bene che voi fate, un bene che si semina. Quando suonavano le note della musica de “La strada” – ha detto il Papa citando uno dei suoi film preferiti – pensavo a quella ragazzina (Gelsomina, la protagonista), che con la sua umiltà, il suo lavoro itinerante per il bello, è riuscita ad ammorbidire il cuore duro di un uomo che aveva dimenticato di piangere. Lei non l’ha mai saputo, ma l’ha fatto. Voi fate questo – ha detto il Papa -: voi seminate il bene, fate tanto bene alla gente, che forse non conoscerete. Grazie di questo».

Al termine dell’udienza, il momento dell’attraversamento per i pellegrini della Porta Santa, nella basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, spazio alle esibizioni artistiche nella piazza vaticana.

16 giugno 2016