Francesco a Shevcuhk: «Inaccettabili operazioni belliche contro i civili»

Il Papa risponde a una lettera inviata dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, assicurando il suo impegno affinché «cessi in Ucraina il fragore delle armi»

«Ignobili e inaccettabili». Papa Francesco definisce così le operazioni belliche che colpiscono i civili e le infrastrutture vitali dell’Ucraina. Operazioni che «non possono essere giustificate in nessun modo», scrive nella lettera inviata all’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che porta la data del 3 gennaio ma è stata resa nota solo oggi, 10 gennaio, da un comunicato del segretariato dell’arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halych a Roma.

Il pontefice, informano, rispondeva a una lettera inviata da Shevchuk il 29 dicembre scorso, quando la Russia ha compiuto l’attacco missilistico più grande su tutto il territorio ucraino dall’inizio della guerra. Il presule esprimeva al Papa la preoccupazione che «la guerra in Ucraina rischiava di trasformarsi in una guerra dimenticata proprio mentre l’aggressione su larga scala stava allargando il suo raggio arrivando a colpire le infrastrutture civili».

Francesco lo ringrazia per le informazioni ricevute, che gli hanno consentito di «condividere gli stessi sentimenti di sdegno e di dolore da Lei provati di fronte a tali operazioni belliche», sono le sue parole. Quindi torna a esprimere la sua vicinanza alla «martoriata Ucraina», e si dice dispiaciuto che «in un contesto internazionale sempre più drammatico, quella in Ucraina rischi di diventare una guerra “dimenticata”». E, a riguardo, ribadisce che è un dovere «non permettere che cada il silenzio». Non si tratta semplicemente di «tenere vivo l’orrore di fronte a fatti così tragici», osserva, ma soprattutto di «impegnare tutti quelli che hanno responsabilità e la comunità internazionale nella ricerca di soluzioni pacifiche».

Da ultimo, Bergoglio assicura di non aver «mai perso occasione di porre l’attenzione sulla guerra in Ucraina» e aggiunge che continuerà «a farlo, lanciando vibranti appelli affinché cessi in Ucraina il fragore delle armi e si avviino percorsi di giusta pace».

10 gennaio 2024