Il nuovo Vatileaks, padre Lombardi: «La strada della trasparenza procede»

Il portavoce vaticano interviene in merito alla pubblicazione di due libri su attività economiche e finanziarie vaticane. Molte informazioni «già note»

Ribadisce la scelta irrinunciabile della trasparenza e della «buona amministrazione», il portavoce vaticano Federico Lombardi, commentando l’ucita in queste ore di due libri contenenti documenti vaticani riservati, «oggetto di curiosità e di commenti largamente diffusi». Una buona parte di ciò che è stato pubblicato, scrive il direttore della Sala stampa vaticana in una nota pubblicata su Radio Vaticana, «è il risultato di una divulgazione di notizie e documenti di per sé riservati e quindi di un’attività illecita che viene  perseguita penalmente con decisione dalle competenti autorità vaticane».

Riguardo al contenuto delle divulgazioni, padre Lombardi precisa che si tratta in buona parte di «informazioni già note, anche se spesso con minore ampiezza e dettaglio». Soprattutto, evidenzia, «la documentazione pubblicata è in larga parte relativa a un notevole impegno di raccolta di dati e di informazioni messa in moto dal Santo Padre stesso per svolgere uno studio e una riflessione di riforma e miglioramento della situazione amministrativa del Vaticano e della Santa Sede». Buona parte del materiale pubblicato infatti viene dall’archivio della Cosea, la Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede, istituita da Francesco il 18 luglio 2013 proprio per tale scopo e poi sciolta al compimento dell’incarico. «Non si tratta quindi – precisa il portavoce vaticano – di informazioni ottenute in origine contro la volontà del Papa o dei responsabili delle diverse istituzioni, ma generalmente di informazioni ottenute o fornite con la collaborazione di queste stesse istituzioni, per concorrere allo scopo positivo comune».

Necessaria, per padre Lombardi, un’interpretazione «con cura, equilibrio e attenzione», visto che spesso «sono possibili letture diverse a partire dagli stessi dati». I beni della Chiesa, aggiunge, sono «finalizzati a sostenere nel tempo attività di servizio vastissime gestite dalla Santa Sede o istituzioni connesse». Anche gli impieghi dell’Obolo di San Pietro «sono vari, anche a seconda delle situazioni, a giudizio del Santo Padre, a cui l’obolo viene dato con fiducia dai fedeli per sostenere il suo ministero». Si tratta di tematiche che ritornano periodicamente, «occasione di curiosità o di polemiche». L’invito del religioso è allora ad «avere la serietà per approfondire le situazioni e i problemi specifici, in modo da saper riconoscere il molto (assai più di quanto generalmente non si dica, e sistematicamente taciuto dal genere di pubblicazioni di cui stiamo parlando) che è del tutto giustificato e normale e ben amministrato (compreso il pagamento delle tasse dovute) e distinguere dove si trovano inconvenienti da correggere, oscurità da illuminare, vere scorrettezze o illegalità da eliminare».

A questo obiettivo è indirizzato «il faticoso e complesso lavoro iniziato per impulso del Papa con la costituzione della Cosea. La riorganizzazione dei dicasteri economici, la nomina del revisore generale, il funzionamento regolare delle istituzioni competenti per il controllo delle attività economiche e finanziarie – afferma ancora Lombardi – sono una realtà oggettiva e incontrovertibile», anche se la «pubblicazione alla rinfusa» di «informazioni differenti, in gran parte legate a una fase del lavoro ormai superata, senza la necessaria possibilità di approfondimento e valutazione obiettiva raggiunge invece il risultato – purtroppo in buona parte voluto – di creare l’impressione contraria, di un regno permanente della confusione, della non trasparenza se non addirittura del perseguimento di interessi particolari o scorretti». La strada«della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza», rileva ancora il religioso, «continua e procede senza incertezze. È questa evidentemente la volontà di Papa Francesco e non manca certo in Vaticano chi vi collabora con piena lealtà e con tutte le sue forze».

Rispondendo alle domande di giornalisti a proposito di indagini in corso in Vaticano, il direttore della Sala stampa informa che l’Ufficio del Promotore di Giustizia presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, a seguito di un rapporto dell’Autorità di informazione finanziaria, nel mese di febbraio 2015 ha avviato le indagini relative ad operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconducibili Gianpietro Nattino. Il medesimo Ufficio ha richiesto la collaborazione dell’autorità giudiziaria italiana e svizzera mediante lettere rogatorie inoltrate per vie diplomatiche il 7 agosto 2015.

5 novembre 2015