Il nuovo anno del Cor, all’insegna dell’educare

Il seminario alla presenza del vescovo Lojudice. «Gli oratori siano spazi di accoglienza e dialogo», le parole del presule. Carla Acerbi (Bicocca): «Raccogliere le nuove sfide»

L’appello “Vieni fuori!” scaturito dal programma pastorale del Centro oratori romani è stato al centro del  Seminario di pastorale oratoriana svoltosi sabato 23 settembre presso la sede dell’associazione, interpellando sacerdoti, catechisti, religiosi e animatori sulle nuove sfide e sui possibili orizzonti che la pastorale di bambini, ragazzi e giovani mostra all’inizio del nuovo anno. Accolto dal neo presidente del Cor David Lo Bascio, che ha invitato tutti gli oratori di Roma a camminare insieme perché l’azione pastorale rimanga incisa profondamente nel cuore dei ragazzi, è stato il vescovo Paolo Lojudice a gettare le basi della riflessione, interpellando i presenti sulla reazione all’ipotetica notizia della chiusura del proprio oratorio. «Come sarebbero la nostra città, le nostre comunità senza la ricchezza di questa proposta ? Quale oratorio desideriamo per i nostri ragazzi e cosa manca per renderlo una vera esperienza significativa?».

Monsignor Lojudice ha sottolineato come dallo stile educativo degli animatori dipenda quello che i ragazzi sperimentano  e vivono. «Gli oratori devono essere spazi di accoglienza e di dialogo – ha sottolineato il vescovo -, garantendo un continuo rinnovamento per andare incontro alle nuove richieste educative. Sogno un oratorio come ambiente nel quale si può fare una profonda esperienza di Gesù lavorando in sinergia con le altre “anime” della parrocchia che si occupano dei più giovani».

Alcune proposte sono state lanciate ai presenti, fra le quali un’attenta osservazione e mappatura del territorio dove si opera, un’azione significativa nel fascia dei ragazzi che hanno ricevuto la prima comunione, ma anche la coraggiosa esperienza di un oratorio itinerante che vada ad abitare gli spazi dei quartieri della città che normalmente non sono oggetto di attività pastorale e di evangelizzazione. «Dobbiamo renderci presenti anche lì per calamitare piccoli e grandi e offrire occasioni di incontro con la salvezza anche a chi non verrà a cercarci». L’intervento di Marco Moschini, direttore all’Università di Perugia del Corso di perfezionamento su Progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio, è stato tutto incentrato sulla necessità di intendere l’oratorio come luogo educativo, anche alla luce della grande necessità di educazione che si respira nella Chiesa e non solo. «Il Vangelo – ha evidenziato – è tutto pieno di atteggiamenti educativi che sono primari in oratorio. Sempre più oggi ci sono solitudini e fragilità che chiedono a gran voce di essere educate».

L’importanza dello strumento educativo insito nella pastorale oratoriana è stata fortemente sottolineata anche da Carla Acerbi, collaboratrice della cattedra di Pedagogia sociale dell’università milanese Bicocca. «L’oratorio è stato efficace – ha commentato -, laddove si è lasciato interpellare dalle condizioni storiche e sociali in cui ha operato. Oggi siamo chiamati a raccogliere le nuove sfide che vanno dai new-media alle tante marginalità e fragilità, fino alla forte presenza di minori stranieri nel nostro Paese». Dopo di lei, la responsabile del Centro Studi Annamaria Maffi e la vice presidente Valentina Parrella hanno concluso i lavori lanciando il nuovo sito web del Cor, a disposizione di parroci e animatori, e ricordandone l’offerta di servizi attraverso progetti di formazione, di accompagnamento e di apertura di nuovi oratori per la diocesi.

25 settembre 2017