Il “Muro di ferro” di Israele in Cisgiordania
La nuova operazione militare avviata per combattere il terrorismo a Jenin. Il premier Netanyahu: «Agiamo contro l’asse iraniano ovunque estenda le sue mani. E non finisce qui». Appello di Hamas alla mobilitazione generale. Anp: 6 morti e 35 feriti
“Muro di ferro”. È questo il nome dell’operazione militare lanciata oggi, 21 gennaio, da Israele a Jenin, in Cisgiordania. L’hanno annunciata il premier Benjamin Netanyahu, parlando di un «ulteriore passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati: rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria (Cisgiordania)».
Su indicazione del gabinetto politico-sicurezza, ha spiegato il presidente del Consiglio, «l’Idf, lo Shin Bet e la Polizia di Israele hanno avviato oggi un’operazione militare – denominata Muro di ferro – vasta e significativa per combattere il terrorismo a Jenin. Agiamo in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque esso estenda le sue mani: a Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen, in Giudea e Samaria. E non finisce qui», ha anticipato.
Da parte sua, Hamas ha risposta lanciando un appello per una mobilitazione generale in Cisgiordania. «Invitiamo le masse del nostro popolo in Cisgiordania e la sua gioventù rivoluzionaria a mobilitarsi e a intensificare lo scontro con l’esercito di occupazione», si legge in una nota. L’obiettivo: «Sventare la vasta aggressione sionista contro la città di Jenin e il suo accampamento». E il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese aggiorna il bilancio delle vittime a Jenin, in Cisgiordania: finora nell’operazione “Muro di ferro” si contano 6 morti morti e 35 feriti.
21 gennaio 2025