Il metacinema di “Finale a sorpresa”

Nelle sale da pochi giorni la pellicola diretta da Mariano Cohn e Gastón Duprat. Un film di sicura resa comica. Protagonisti: Penelope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martinez

Deciso a legare il proprio nome a un’impresa memorabile, Humberto Suarez, imprenditore miliardario, vuole realizzare il film più importante della storia del cinema. Per raggiungere tale scopo, ingaggia come regista la famosa Lola Cuevas, e come protagonisti due attori di grande talento, Felix Rivero e Ivan Torres. Così prende il via una delle commedie che all’ultimo Festival di Venezia ha suscitato grandi consensi e riscosso convinti applausi. Il film è Finale a sorpresa, diretto da Mariano Cohn e Gastón Duprat, in realtà versione italiana dell’originale argentino Competentia official, in concorso a Venezia 78 e nelle sale italiane da pochi giorni.

Lola Cuevas, eccentrica e affermata regista, è donna dal carattere difficile, fintamente accomodante, in realtà sempre pronta a cambiare idea. Per girare il film, secondo Lola destinato a restare memorabile, c’è bisogno di due attori dalla forte tempra e dal carattere robusto. I ruoli da interpretare sono quelli, a loro volta, di due uomini di teatro, due leggende del palcoscenico, due stelle della recitazione, bravi allo stesso tempo sullo schermo e davanti al pubblico. Fatta la doverosa selezione, Lola sceglie Felix Rivero, un divo con fama di sciupafemmine e tentazioni hollywoodiane, e Ivan Torres, all’opposto capofila del cinema e del teatro impegnato. Messi uno di fronte all’altro, Felix e Ivan impiegano poco a tirar fuori il meglio (e il peggio) di se stessi. Che si concretizza nel cercare di far prevalere il proprio carisma fatto di incrollabili convinzioni. I due devono poi fare i conti con la presenza di Lola, con le richieste imprevedibili di lei, che li mette entrambi a dura prova. A poco a poco cadono le maschere e vengono fuori, sotto la lente d’ingrandimento di Lola, tutti gli stereotipi che abitano il carattere dell’attore, dalla vanità alla boria, dalla superficialità allo snobismo. Oltre al rapporto verità/menzogna, che occupa un momento importante nel segnare il diapason della rivalità tra i due “primi attori” e insieme il diagramma delle schermaglie nei confronti della “donna” rivale e nemica.

La brillantezza della scrittura e l’originalità dei risvolti narrativi impongono di non rivelare alcunché del “finale a sorpresa”, richiamato dal titolo italiano. Di certo siamo di fronte a un perfetto esempio di “metacinema”: ossia quando il cinema parla di se stesso per metterne a nudo magagne e vizi. Vale la pena ricordare Mariano Cohn e Gaston Duprat, due registi e autori televisivi argentini, conosciuti in Europa soprattutto per due titoli, Il Cittadino illustre (2016) e Il mio capolavoro (2018), visti a Venezia. E un plauso va infine agli attori, al loro prolungato, estenuato gioco tra realtà e finzione: Penelope Cruz, la passionaria Lola Cuevas, Antonio Banderas/Felix Rivero e Oscar Martinez/Ivan Torres. Un film di sicura resa comica, con ampie zone di intelligente divertimento.

2 maggio 2022