Prima, l’8 marzo, la marcia Yovoy8demarzo, quindi, il 9, lo sciopero nazionale #UnDíaSinNosotras. Le donne del Messico si preparano a scendere in piazza contro l’aumento esponenziale di violenza e femminicidi. Una protesta, la loro, che deve essere appoggiata. A sostenerlo è l’arcivescovo di Monterrey Rogelio Cabrera López, presidente della Conferenza episcopale messicana, che ha annunciato la chiusura, per quel giorno, anche degli uffici dell’arcidiocesi. «Penso che dobbiamo sostenere questa presa di coscienza – le sue parole – ed elaboreremo anche un intero programma in cui garantiamo che i luoghi di lavoro siano sicuri, spiritualmente, emotivamente e fisicamente per tutte le donne e la stessa cosa faremo per raggiungere tutte le nostre parrocchie».

Per il presule, il grido e l’indignazione «di molte donne» impongono non solo l’ascolto e il sostegno ma evidenziano che «molte azioni devono essere messe in atto nelle famiglie, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Non può più continuare così, né in Messico, né in qualsiasi parte del mondo». Anche l’arcivescovo di Guadalajara, il cardinale José Francisco Robles Ortega, ha annunciato il suo appoggio alle manifestazioni dell’8 e del 9 marzo, come riferisce l’agenzia Acn. «È un diritto per le donne manifestare, di fronte a ciò che stiamo vivendo tristemente e molto seriamente. Mi riferisco soprattutto ai femminicidi, che lungi dal diminuire sembra invece che stiano aumentando. Possano questa manifestazione e questo sciopero – ha proseguito il porporato – far sì che tutti diventiamo consapevoli della dignità e del valore delle donne».

25 febbraio 2020