Il Meic punta sulla speranza e riparte con un Open day

Il 9 ottobre sede aperta per far conoscere il movimento. Appuntamenti di cultura e spiritualità. Il presidente Mangiola: incontri aperti a tutti

La sera del 9 ottobre sede aperta per far conoscere il movimento. Doppio ciclo di appuntamenti di cultura e spiritualità. Il presidente Mangiola: incontri aperti a tutti

Il filo che lega gli appuntamenti del programma annuale del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) di Roma è la speranza. Virtù che si declina in un doppio ciclo di appuntamenti, due al mese, uno focalizzato sulla cultura, l’altro sulla spiritualità. Lo spiega Antonio Mangiola, nuovo presidente romano dello storico movimento nato nel 1932 e che ha visto tra i suoi soci Giovanni Battista Montini, poi divenuto papa Paolo VI, Alcide De Gasperi, Aldo Moro e Giulio Andreotti. Per rispettare la doppia finalità sono stati pensati due tipi di approfondimento per gli aderenti: «Da una parte – spiega Mangiola – la cura della formazione culturale, sempre vista nella chiave della speranza, con le “Sentinelle del mattino”». In questo spazio ci saranno conferenze su tematiche relative al diritto, alla matematica, alla storia dell’arte, all’economia tenuti da docenti universitari dei principali atenei romani, privati, pubblici e pontifici. «Dall’altra parte per il primo anno si propone anche un sostegno per il percorso spirituale dei soci con i “Giganti della fede”: lo studio di figure di santi per stimolare un confronto e una riflessione sulla propria vita».

Sempre in un’ottica di crescita globale come cristiani il nuovo presidente ha pensato di affiancare ai due appuntamenti mensili di conferenze un’esperienza di solidarietà concreta, in modo da «vivere una carità attiva, come ci spinge a fare il Vangelo e come ci esorta ad agire Papa Francesco». Il Meic Roma aprirà la propria sede a Sant’Ivo alla Sapienza la sera del 9 ottobre, per far conoscere il movimento e le sue finalità. Gli ambiti del Movimento ecclesiale di impegno culturale sono tre: l’impegno del cristiano in relazione alla vita democratica e politica del Paese; una vigilanza sulla propria identità cristiana all’interno dell’Europa; una riflessione sul ruolo delle professioni nell’ottica del servizio cristiano. «In questo senso l’ambiente universitario è un bacino di elezione – spiega ancora Mangiola – ma la nostra intenzione è allargare la proposta a tutti, per questo i nostri incontri sono aperti a tutti coloro che vogliano vivere concretamente il Vangelo, formandosi intorno al suo messaggio». Tra gli obiettivi della nuova presidenza c’è quello di allargare il numero dei soci, soprattutto in una fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. «Il Meic Roma – conclude il nuovo presidente – può e vuole dire la sua».

7 ottobre 2015