Il «grido di santità» di Carlo Acutis

A San Luca Evangelista l’incontro sul giovane morto a 15 anni di cui è in corso la causa di beatificazione, con il vescovo Palmieri e il postulatore Nicola Gori

Incontro Carlo Acutis, san luca evangelista, 16 ottobre 2019«L’Eucaristia è la mia autostrada verso il Cielo». Era solito dirlo spesso Carlo Acutis, il giovane milanese morto nel 2006 per una leucemia fulminante a 15 anni e oggi considerato Venerabile dalla Chiesa, a cui era dedicato l’incontro – testimonianza che si è svolto ieri sera, 16 ottobre, nella parrocchia di San Luca Evangelista, al Prenestino, nell’ambito degli appuntamenti per la festa patronale. “Originali, non fotocopie”: questo il tema della serata, mutuato da un’altra delle espressioni care al giovane, citata anche da Papa Francesco nella Christus Vivit. «Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie», ripeteva Carlo. «Un giovane come voi», lo ha definito interloquendo direttamente con i tanti ragazzi presenti il vescovo ausiliare del settore Gianpiero Palmieri, intervenuto all’incontro insieme al postulatore della causa di beatificazione Nicola Gori.

Incontro Carlo Acutis, san luca evangelista, 16 ottobre 2019Al centro dell’attenzione, «il grido dei giovani di oggi, che spesso urlano perché si sentono soli o non capiti – ha detto il presule – mentre Carlo è stato ed è la prova che ci può essere un grido della santità. Il suo era un grido pieno di speranza, di voglia di vivere, di fare del bene, di non arrendersi». Un grido che, come ha detto il viceparroco don Francesco Annesi introducendo l’incontro, «ha dimostrato al mondo che è possibile vivere seguendo il Vangelo». I pilastri su cui si basava sua vita infatti erano «la Messa e l’Eucaristia quotidiana, la devozione alla Madonna, agli angeli custodi e l’importanza che dava ai suoi amici», ha spiegato don Francesco.

Carlo AcutisRaccontando la vita di Carlo, il postulatore Gori lo ha definito «un ragazzo semplice, come tanti altri, che oggi è estremamente attuale. Un ragazzo che però, nonostante la sua ordinarietà di adolescente, è morto in odore di santità». Per lui, infatti, era assolutamente necessario vivere ogni giorno la fede, accostarsi alla preghiera, ma «anche fare concretamente del bene, come faceva spesso impiegando la sua paghetta settimanale per aiutare i senzatetto o fare delle donazioni alle suore». Fondamentale poi il legame di Carlo con la Vergine, tanto che «si faceva portare dalla sua famiglia a Pompei, ma anche a Lourdes, Fatima e in altri santuari mariani in Italia» ha raccontato Gori.

Incontro Carlo Acutis, san luca evangelista, 16 ottobre 2019La straordinarietà di Acutis, però, si concretizzava «nella sua semplicità». Si divertiva come qualsiasi altro ragazzo con i suoi amici ed «era anche un grande appassionato di informatica». Una passione che lo portò a fare numerose ricerche per alcune mostre che aveva in mente. Una in particolare ideata e realizzata prima di morire: quella sui miracoli eucaristici nel mondo, esposta proprio in questi giorni nella parrocchia di San Luca al Prenestino. Già al momento della sua morte in Carlo è stata riconosciuta, soprattutto dagli amici e da chi lo ha conosciuto bene «una condotta da vero cristiano e per questo visto come un esempio di fede e rettitudine. Sono tantissime – ha riferito Gori – le persone che si recano nel luogo dove è stato sepolto, per sua stessa volontà: Assisi». E la sua fama di santità è destinata a crescere: è allo studio un presunto miracolo «avvenuto in Brasile, con la guarigione di un bambino».

La sua tragica morte, avvenuta in pochissimo tempo nel giro di una settimana, ha dato corpo alla consapevolezza che «Dio avesse qualcos’altro in programma per Carlo, che non il semplice diventare prete, come pensava da sempre la famiglia». C’è stato è c’è tuttora «uno slancio di simpatia verso questo ragazzo – ha sottolineato Gori – che lo rende estremamente vicino alla gente e amato».

17 ottobre 2019